Artisti drizzate le orecchie perché questa buona notizia è tutta per voi. Lo Stato offre la gestione di immobili statali inutilizzati a una cifra che non potrà essere superiore a 150 euro al mese per la realizzazione di centri dedicati all’arte, alla musica, alla danza e allo spettacolo. Sì, avete capito bene. E c’è già un elenco di almeno dieci beni che possono prestarsi a questa novità. Lo spiega il decreto del ministero dei Beni culturali 22 dicembre 2015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 6 luglio.

Come era già stato fatto per i fari abbandonati, per le stazioni ferroviarie e per altre abitazioni statali non più utilizzate, ora molte strutture come caserme, scuole militari, palazzi e case di proprietà dello Stato saranno messe a disposizione al fine dello sviluppo di attività artistiche e culturali. Gli spazi potranno essere occupati da associazioni di artisti e cooperative purché presentino progetti la cui durata sia di almeno di 10 anni. Gli oneri di manutenzione ordinaria sono a carico del locatario, mentre per quelli di manutenzione straordinaria è prevista l’erogazione di contributi a fondo perduto. Nei locali affittati, gli artisti possono realizzare servizi aggiuntivi di ristorazione, caffetteria, accoglienza o punti vendita di prodotti culturali, sempre che tali attività non assumano carattere prevalente rispetto alla produzione artistica. La gestione dei servizi aggiuntivi può anche essere affidata a terzi. È, inoltre, possibile attivare accordi di sponsorizzazione.

Ecco le principali caratteristiche per accedere al bando: l’interdisciplinarietà tra diversi settori artistici, la possibilità di ospitare artisti provenienti da tutto il mondo, la sostenibilità economica dei progetti, oltre al fatto che l’età media degli artisti ospitati non dovrà superare i 35 anni. In più si richiede una collaborazione con il territorio circostante, rispettando le tradizioni culturali locali, organizzando attività aperte al pubblico e mantenendo una gestione eco-sostenibile dell’immobile.

I beni saranno individuati entro il 30 gennaio di ogni anno dall’Agenzia del demanio, che deve includere, in collaborazione con il ministero della Difesa, anche le caserme dismesse e le scuole militari inutilizzate (in futuro si aggiungeranno anche i beni confiscati alla criminalità organizzata). Entro il 30 giugno l’elenco degli immobili sarà perfezionato, si individuerà il gestore e i beni saranno messi a disposizione dei giovani artisti.

Questo l’elenco degli immobili indicati fino ad ora: la Torre di Calafuria di Livorno (nella foto in alto), l’immobile denominato della Cavallerizza e magazzini della ex Caserma Prandina a Padova; alcuni spazi del complesso di una villa sita a Siena in località Vignano, tre unità abitative in piazza Santa Cecilia a Roma, un vecchio complesso alberghiero in stato di abbandono a Baranello (CB), l’ex chiesa di San Cristoforo a Mantova, un ex casello idraulico a Vicopisano (PI); un ex fabbricato uso servizi nei pressi di Gorizia, un ex alloggio a Pordenone e una parte di un ex fortino nei pressi di Campo Calabro (RC).

Gli interessati faranno bene a visitare il sito del Mibac a partire dal 30 gennaio.

In bocca al lupo a tutti quanti e, mi raccomando, fateci sapere come va a finire.

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