Guadagnare e produrre felicità migliorando la realtà in cui viviamo è possibile. Per legge. Da gennaio 2016 in Italia esiste infatti un modello alternativo alle Srl, Spa e Onlus e ha un nome: Società Benefit. 

Le Società Benefit rappresentano una rivoluzione nel nostro ordinamento. Fino a quest’anno, infatti, per le società non era possibile perseguire finalità sociali contrastanti con la massimizzazione dei profitti. Insomma, o guadagnavi o facevi del bene. Fine. Oggi invece si può fare soldi senza rinunciare alla possibilità di migliorare il nostro mondo. Anzi, non solo si può, è proprio un diritto, grazie a una norma approvata con la Legge di Stabilità del 2016 e disegnata sul modello Benefit Corporation americano, quello utilizzato da big digitali come Kickstarter, Etsy e Hootsuite.

Per capire meglio di cosa stiamo parlando occorre prima però effettuare una precisazione, spiegando cosa sono da un lato le B-Corp e dall’altro le Benefit Corporation che in Italia hanno assunto la denominazione di Società Benefit.

Le Benefit Corporation (B Corporation o B-Corp) consistono in società certificate dall’ente no-profit B Lab che utilizzano efficacemente il business come forza positiva. Tale certificazione attesta che la società ha ottenuto il punteggio necessario per esser considerata una società con un impatto positivo nel mondo. La certificazione permette, inoltre, alle società di inserirsi in un network internazionale di una nuova figura di attori del mercato che mirano non solo al profitto ma anche all’evoluzione del modo di fare impresa. La certificazione B-Corp, quindi, non consiste in una qualifica giuridica ma garantisce alla società una visibilità aggiuntiva che la collega a tutte le altre società ispirate nel mondo che hanno ottenuto il medesimo riconoscimento. Le B Corp misurano rigorosamente la performance di impatto con il mondo, mentre la Società Benefit ‘allinea e protegge’ l’obiettivo stabilito dal proprio statuto nel lungo termine. In sintesi le B Corp, pur avendo parametri molto stringenti in termini di indicatori di impatto, non hanno ancora ufficializzato nel loro statuto il legame fra quegli indicatori e l’obiettivo sociale dell’azienda, le Società Benefit sì.

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È opportuno sottolineare che in Italia non esiste distinzione tra Società Benefit, B Corporation o B-Corp, rappresentando tutte le società certificate dall’ente no profit B Labor (chi voglia mantenere lo status di B Corp deve entro due anni diventare Società Benefit). In America, al contrario, per Benefit Corporation si vuole indicare una Società Benefit mentre per B Corporation o B-Corp si intende azienda che hanno ricevuto la certificazione rilasciata dall’ente no-profit B Lab.

Distinzione necessaria, perché lItalia è il secondo paese al mondo dopo gli USA a dotarsi di una specifica legge per la costituzione di Società Benefit. E non è un caso che il summit europeo delle B-Corp si sia svolto quest’estate a Roma (più di 500 presenze, circa 150 Benefit Corporation presenti). In questo momento l’Italia è infatti il Paese “leader” tra quelli europei. A dirlo sono i numeri: in Europa ci sono 250 B-Corp riconosciute e 30 sono nel nostro Paese; altre 161 otterranno la certificazione americana entro poche settimane, mentre sono più di 60 le Società Benefit costituite (o trasformate) nel rispetto della nuova legge nazionale.

A differenza delle Onlus, delle imprese sociali e di tutte le organizzazioni no profit quindi, le Società Benefit restano società a scopo di lucro che possono perseguire anche uno o più scopi sociali. Li decidono loro, li scrivono come obiettivi nel proprio statuto. Obiettivi che vanno mantenuti. Di conseguenza, le Società Benefit non necessitano di sistemi di fundraising o di donazioni esterne per realizzare benefici sociali, in quanto i benefici sociali sono strettamente legati allo svolgimento dell’attività di impresa.

Ma come si diventa una Società Benefit? Per diventare una Società Benefit è necessario apportare alcune modifiche allo statuto, individuando “una o più finalità di beneficio comune” nello svolgimento delle proprie attività. Le finalità devono essere conseguite con responsabilità, sostenibilità e trasparenza, bilanciando l’interesse dei soci con l’interesse della collettività.  Tecnicamente si diventa Società Benefit indicando, nell’ambito del proprio oggetto sociale, le finalità specifiche di beneficio comune che la società intende perseguire. Le società che vogliono acquisire la qualifica giuridica di Società Benefit devono, quindi, modificare l’atto costitutivo o lo statuto. La modifica dell’atto costitutivo o dello statuto deve essere redatta da un notaio.

Una delle novità più importanti nelle Società Benefit è quella rappresentata dalla responsabilità degli amministratori. Gli amministratori di una Società Benefit, infatti, devono bilanciare l’interesse dei soci, il perseguimento delle finalità di beneficio comune e gli interessi della collettività prescelta in linea con quanto previsto dallo statuto.

La conseguenza di tale novità consiste:

  • nella possibilità per gli amministratori di tenere in considerazioni anche altri interessi oltre al guadagno
  • nella responsabilità per inadempimento degli amministratori qualora non vengano rispettati gli obblighi assunti in relazione alle finalità sociali prefissate.

Ora dunque fare profitto e migliorare il mondo in cui viviamo non sono più due scelte necessariamente incompatibili. Chiudere gli occhi di fronte alle problematiche che affollano la nostra realtà è ormai impossibile. Abbiamo assistito negli ultimi anni alle conseguenze catastrofiche delle imprese finalizzate al mero profitto senza considerazione per le esternalità negative prodotte. Il riscaldamento globale, l’aumento delle differenze sociali, la scarsità delle risorse rispetto alla crescente popolazione umana sono problematiche che riguardano tutti. Scegliere si può, fatelo bene.

 

 

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