Apriamo la porta di casa nostra tutti i giorni per uscire. Un gesto quotidiano e scontato, ma che simbolicamente significa molto di più.

Ero un animale notturno. Dico ero perché per questioni lavorative mi trovo da un mese a questa parte a svegliarmi tutti i giorni alle sei. Non lo nego, è stato uno choc all’inizio, ma adesso mi piace. Specialmente perché posso permettermi di andare a piedi a lavoro. Una fortuna sotto tanti punti di vista, ma quello che mi piace di più è incontrare le persone che come me stanno iniziando la loro giornata muovendosi a piedi. Facce assonnate, sorridenti, concentrate, preoccupate. Spesso le stesse persone negli stessi punti alla stessa ora.  E così, banalmente mi sembra di conoscerle un po’.

Perché incontrarsi anche solo per due secondi tutti i giorni, sfiora il conoscersi. O quanto meno apre la porta della nostra mente alla possibilità della conoscenza.

Presi come siamo dalla fretta della quotidianità, rinchiusi nei nostri pensieri, spesso non ci rendiamo conto delle possibilità di osservare ciò che è intorno a noi. E ci incontriamo poco. Ci conosciamo poco. Sottovalutiamo la curiosità e la fantasia che apre le porte a mille soluzioni diverse. Anche a fughe momentanee verso mondi più vicini di quanto sembra.

In queste ultime settimane sta girando su internet un video pubblicitario della compagnia delle ferrovie francesi SNCF dal titolo: Europe. It’s just next door. Cosa hanno fatto i cugini d’Oltralpe? Nelle piazze più importanti della capitale francese hanno installato delle porte che collegavano Parigi ad altre città europee. Bastava aprire le porte per osservare ciò che succedeva in altre piazze, in altre città.

Una campagna pubblicitaria sicuramente azzeccata, perché ha reso palese una cosa scontata: siamo a due passi da un mondo intero da conoscere. Basta aprire le porte che ci vengono messe davanti.

Certo, cosa si nasconde dietro una porta chiusa, può essere bello o brutto, farci sorridere o meno, ma sarà sempre e comunque uno stimolo.

Incontrarsi fa bene. Per cui, non facciamoci fregare dai fim dell’orrore. Apriamo quella porta. 

 

 

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