Il 29 novembre del 1832 nacque Louisa May Alcott, scrittrice, autrice della tetralogia delle Piccole Donne, femminista, abolizionista e sostenitrice del suffragio universale esteso alle donne. Tutte queste cose le scoprii un po’ alla volta, nel 1992.

Era l’estate dei miei 7 anni, la stavo passando in un paesino della riviera ligure. Dopo una settimana di bagni mi ero bella che stufata, avevo reclutato altri due bambini recalcitranti della spiaggia e avevo formato il Gruppo Esplorazioni. Di mattina, anziché scendere al mare, ci vestivamo come gli scalatori delle Alpi, riempivamo gli zaini di viveri, libri e fumetti, e muniti di bastone da passeggio salivamo in montagna, e alla prima serpe che ci tagliava la strada ridiscendevamo verso lidi non frequentati, o almeno non frequentati dai nostri genitori.
A quel punto dovevo arrendermi alla vita marina, tiravo fuori i libri e leggevo Piccole Donne per il resto della giornata. Tornata a Milano in autunno, trovai tra i vecchi libri di mia mamma anche il seguito: Piccole Donne crescono, Piccoli Uomini e Piccoli Uomini crescono. Posso dire che Louisa May Alcott sia stata la mia autrice preferita da piccola, e i suoi romanzi, i miei romanzi di formazione da cui ho imparato tre cose essenziali nella mia vita, e che vorrei condividere con chi non l’avesse letta o con chi non avesse colto i miei stessi messaggi:

1 – Non si va mai a dormire senza aver fatto pace con la persona con la quale si ha litigato “Non lasciare che il sole tramonti sulla tua collera”. Poi lo ha detto anche Papa Francesco, ma temo che sia un plagio. Quello che avevo capito io a sette anni era che era meglio fare pace prima che la mattina dopo la persona con la quale si aveva litigato poteva essere morta e io non me lo sarei mai perdonata.
Quello che penso ora, che sono meno catastrofica e più carente di sonno, è che è meglio non affrontare la notte – che già è portatrice di pensieri e rimuginamenti – con altro livore e incomprensioni. Quindi fate pace entro stasera con chi dovete!

2 – Le mele sono frutti noiosissimi che vengono proposti e riproposti con la subdola tiritera di “una mela al giorno toglie il medico di torno”. Sono così noiose che una volta me ne sono scordata una nel frigorifero per sei mesi, poi l’ho mangiata ed era normale. Sono buone, ma non mi vengono mai in mente. O qualcuno me le propina già a spicchi, oppure devo immaginarmele in un contesto, tipo mangiare una mela arrampicata su un ramo di alberi di mele, o in una soffitta polverosa mentre leggo e scrivo con una trapunta patchwork poggiata sulle ginocchia, come faceva Jo March. Jo March è la Piccola Donna preferita da me e credo da tutti quelli che hanno letto il romanzo.
Quindi immaginate in che modo vi sembrerebbe bello fare una cosa che non vi va tanto, e fatela!

3 – A sette anni, mentre pensavo che se non avessi fatto pace con qualcuno e poi quel qualcuno fosse morto prima che io mi potessi svegliare e dire che mi dispiaceva, pensai anche che l’unica cosa che mi avrebbe donato l’immortalità sarebbe stata la scrittura, e Louisa May Alcott fu l’ispiratrice ed esempio concreto di questo mio pensiero.
Quindi pensate quale cosa vi innalzerebbe all’eternità e fatela!
(Non valgono cose tipo Mark David Chapman e John Lennon, omicidi in generale insomma).

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