Il 24 gennaio del 1908 Sir Baden-Powell diede ufficialmente il via al movimento degli scout, da un’idea che gli era balenata mentre si trovava anni addietro nella selvaggia Africa del sud a combattere i Ndebele prima e i Boeri poi.

In quelle occasioni si rese conto che gli inglesi, fuori dalla brughiera, mostravano difficoltà a sopravvivere, mentre il suo amico americano, che aveva appreso dai nativi americani come non morire nei primi 5 minuti into the wild, se la cavava alla grande.

Scrisse un volumetto su come essere un buon esploratore che godette di immenso successo tra i giovani in patria e divenne in breve tempo il riferimento nella formazione di quegli stessi giovani: “È qui dunque lo scopo più importante della formazione scout: educare. Non istruire, si badi bene, ma educare; cioè spingere il ragazzo ad apprendere da sé, di sua spontanea volontà, ciò che gli serve per formarsi una propria personalità”.

Ora, se dico “scout” subito l’80% delle persone penserà “sfigati”, il 5% penserà “Renzi”, il 10% farà finta di nulla, il 2% si metterà a ridere e il restante 3% comincerà a fare gesti con mani e braccia e a recitare brani del Libro della Giungla.
Gli scout, o li si ama, o li si odia. Spesso li si ama di nascosto.

Aver fatto gli scout – ho fatto i lupetti, il reparto, il noviziato, cioè dagli 8 ai 16 anni (e faccio outing anche per Ludovica che pure lei ha passato parecchi anni con il fazzolettone al collo) – è stata una figata.

Quanti, che non hanno fatto gli scout, a 8 anni facevano già le vacanze per conto loro?
Quanti a 9 anni avevano imparato a usare un coltellino svizzero?
Quanti bambini hanno imparato a vivere in una comunità condividendo cibo, fatica e soddisfazioni?
Avete in mente quello che a una cena con tante persone, gli arriva il piatto di portata con il cibo e se lo svuota tutto nel suo piatto che a quelli dopo non rimane niente? Sicuramente quello non ha fatto gli scout, probabilmente è figlio unico.

“Lo scopo del Movimento Scout è quello di contribuire allo sviluppo dei giovani realizzando pienamente i loro potenziali fisici, intellettuali, sociali e spirituali come individui, come cittadini responsabili e come membri della propria comunità locale, nazionale ed internazionale”.

Per raggiungere lo scopo ultimo, ci si basa sulla formazione del carattere, abilità manuale, salute e forza fisica e servizio al prossimo.
Così formati gli scout collaborarono alla resistenza partigiana, per esempio, salvando ebrei e comunisti, li si trova sempre a spalare fango nelle emergenze e a prestare il loro tempo volontariamente in aiuto dei più deboli.

Inoltre, dovrebbero anche essere in grado di fare dei nodi (io no), costruire strutture sopraelevate utilizzando solo corde e legni (mmm), accendere un fuoco anche sotto la pioggia (abbastanza bene), orientarsi in un bosco senza Google Maps (neanche in città con Google Maps).
Tra le cose belle, dormire sotto le stelle, diventare amico e fratello dei propri compagni scout, camminare nelle per foreste e vallate e scavalcare le montagne e guadare i fiumi.

Ora, se l’82% di quelli che ancora pensano che essere scout sia da loser, beccatevi questa:
David Bowie,
Neil Armstrong,
Bill Gates,
Keith Richards,

Steven Spielberg,
Jim Morrison
e
Indiana Jones
hanno fatto gli scout!

(non l’avreste mai detto, eh?)

Ma non importa se state dalla parte di chi fischia o di chi applaude al passaggio dei ragazzi in calzoncini corti a gennaio, perché se tutti ci attenessimo alle semplici leggi rispettate dagli scout, le giornate sarebbero tutte più gioiose:

La Guida e lo Scout (secondo gli scout cattolici italiani):

  1. pongono il loro onore nel meritare fiducia
  2. sono leali
  3. si rendono utili e aiutano gli altri
  4. sono amici di tutti e fratelli di ogni altra Guida e Scout
  5. sono cortesi
  6. amano e rispettano la natura
  7. sanno obbedire
  8. sorridono e cantano anche nelle difficoltà
  9. sono laboriosi ed economi
  10. sono puri di pensieri, parole ed azioni.

Con le modifiche laiche invece esce così:

  1. La Parola dell’Esploratore è sacra.
  2. L’Esploratore è leale, forte e coraggioso.
  3. L’Esploratore è buono e generoso.
  4. L’Esploratore è amico di tutti e fratello di ogni altro Esploratore.
  5. L’Esploratore è cortese e tollerante.
  6. L’Esploratore rispetta e protegge i luoghi, gli animali e le piante.
  7. L’Esploratore è coscientemente disciplinato.
  8. L’Esploratore è sempre sereno, anche nelle difficoltà.
  9. L’Esploratore è sobrio, economo, laborioso e perseverante.
  10. L’Esploratore è puro nei pensieri, corretto nelle parole e negli atti.

 

E queste sono le mie hit dei canti scout:

1 – Signor, tra le tende schierati. Bisogna immaginare la seguente situazione: buoi, fuoco che si sta per spegnere, stelle in cielo, in piedi in cerchio, e le voci di tutti che si alzano insieme:

2 – Scouting for boys. A questa mi commuovevo.

3 – La Gioia. Di questa amavo i repentini cambi di ritmo, in particolare.

4 – E poi, certo, Il Falco.

Forse le canzoni potrebbero appannare l’immagine patinata degli scout, ma vi assicuro che a cantare tutti assieme ci si sente bene pure fossero i Modà.

Ah, e non si dice boy scout, si dice scout e basta.

L’immagine cover è di Radio Veneto Uno.

 

 

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