La musica è una rivelazione, più alta di qualsiasi saggezza e di qualsiasi filosofia. Il vero linguaggio universale che dimostra in tutta la sua potenza quanto tutti noi siamo meravigliosamente diversi eppure esattamente uguali.

E gli One eat One, band livornese, lo dimostra bene. Gli One eat One sono un gruppo musicale nato nel aprile 2012 da persone cosiddette normodotate e persone con disabilità, mosse dalla passione per la musica, le arti visive e le installazioni.
È la prima band di musica elettronica in Europa che include persone con disabilità e non.

Il progetto è nato dall’idea di Michele Cheli e posa le sue basi sulla musicoterapia e le arti visuo-spaziali. «Il nostro credo – dicono – poggia le basi sulla verità e sulla musica. Verità di affrontare i propri limiti, le proprie paure e difficoltà con determinazione e consapevolezza, senza ostentazione né negazione».

Vedendoli suonare si capisce subito che nessun tipo di pietismo e vittimismo che purtroppo spesso girano attorno alla disabilità li caratterizza. Gli One eat One sono una band a tutti gli effetti.  «Suoniamo, abbiamo i nostri conflitti, le nostre litigate, le nostre passioni, i nostri dubbi e paure. Se qualcuno arriva tardi alle prove ci arrabbiamo, così come se uno di noi non viene e non avvisa. Quindi niente di diverso da quella che è la vita di tutti noi – hanno spiegato in un’intervista – Non c’è niente di falso in quello che facciamo, né nella fase di esecuzione, in quanto i ragazzi suonano a tutti gli effetti e se non ci sono è un grosso problema, né dal punto di vista relazionale. Siamo così, siamo noi e siamo quello che vedete».

Gli One Eat One sono arrivati a calcare diversi palcoscenici in Italia, con esibizioni sempre più all’altezza del loro percorso musicale: dal The Cage al Teatro Goldoni, al Fuori Salone Pitti Uomo, fino a un festival in Sardegna.

Nel 2014 è stata di notevole importanza la collaborazione con il progetto internazionale Playing for Change nel brano Lean me. In seguito, gli One eat One hanno ampliato la loro esperienza conducendo il laboratorio “Musica elettronica e disabilità” nel progetto Giovanisì della Regione Toscana, coinvolgendo dodici ragazzi con disabilità.

E adesso, tutti insieme stanno lavorando alla produzione del loro primo album. Ma non solo.

Perché potrebbero presto arrivare sul palco dello Sziget e Home Sound Fest ’17. Per aiutarli a realizzare questo sogno basta votarli a questo link entro il 15 febbraio.

Ci vuole un secondo, ma ne vale la pena per questa band che in un certo senso è già la numero uno al mondo.

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