Carnevale sta diventando la festa più sottovalutata d’Italia e io soffro, perché credo sia invece la più bella.

“A Carnevale ogni scherzo vale”, si è soliti dire. Una frase che ha perso significato, ma un tempo in quei giorni di gioia e festeggiamenti collettivi aveva un valore vero. Solo durante quel periodo dell’anno infatti tutto era permesso, si ribaltavano equilibri, venivano scherniti i potenti, si potevano gridare desideri e realizzare follie.

Da bambina amavo travestirmi e vedere i travestimenti degli altri, respirare quell’aria di leggera pazzia adesso quando vedo sbuffare i miei amici al pensiero di andare a una festa in maschera mi riempio di nostalgia.

E così ecco alcuni dei luoghi dove ancora si respira l’atmosfera magica del Carnevale. Sorvoliamo sui classici e bellissimi Viareggio e Venezia per cercare qualcosa di più particolare. I nostri preferiti e quelli che vorremmo vedere.

1) Il Carnevale di Schignano 

Il Carnevale più famoso della Val d’Intelvi e della provincia di Como eppure io, quasi milanese, non ne ho saputo e sentito parlare fino a quando non mi sono innamorata di uno schignanese d’origine.  Chi arriva a Schignano non si aspetti un’asettica e ordinata sfilata di carnevale, perché il Carnevale nella Val d’Intelvi di certo non rispetta alcuna regola se non quella della tradizione, per cui siate pronti e essere coinvolti in una festosa baraonda di suoni, colori e magiche atmosfere. Il Carnevale di Schignano racconta una storia piena di allegorie, simboli e di umanità. Schignano è sempre stato un paese povero, sul confine con la Svizzera proprio all’imbocco del sentieri degli “spalloni” (i contrabbandieri del lago di Como). E da sempre è anche un paese di emigrazione (uno degli abitanti morì addirittura nel naufragio del Titanic, e nel cimitero c’è una lapide a sua memoria). Insomma, da qui migravano tutti, restavano solo donne e bambini e gli uomini tornavano solo qualche mese all’anno, l’8 dicembre, e poi ripartivano la mattina dopo il martedì grasso. Il Carnevale quindi è una festa dell’addio. Per questo le maschere girano con le valige e il martedì grasso, a mezzanotte, con il fuoco del fantoccio che decreta la fine del Carnevale, si tirano fuori i fazzoletti e ci si asciuga le lacrime.

(Foto di Mattia Vacca)

Le maschere dei bei mascarun sono quelli che sono partiti e tornati ricchi e si pavoneggiano in città con collane d’oro, vestiti colorati, piume, campane in ottone (costosissime) e con un’andatura spavalda. Il brut parte anche lui, ma torna sempre più povero, perché spende tutto in donne e alcool e si aggira ubriaco per il paese con ossa in mano. Ma c’è anche la Ciocia, unico personaggio femminile interpretato da un uomo. È la moglie serva del bel, è legata a lui da una corda con cui il bello la trascina ai suoi ordini. È il simbolo della condizione della donna in montagna. È l’unica con diritto di parola e continua a lamentarsi tutto il giorno con una litania, con battute sulla politica del paese, della giunta, su persone specifiche, mai citate direttamente, ma chiaramente riconoscibili, oppure si lagna della sua condizione, di chi spazza la casa, fa la vita della serva mentre il marito è in giro a bere o a donne. Tutto in dialetto, ovviamente, la lingua ufficiale della festa.

Tutto il programma lo trovate qui.

2) Carnevale di Ronciglione

Un altro di quei carnevali d’Italia che si distinguono per originalità, con una tradizione equestre che si tramanda da secoli attraverso la caratteristica Cavalcata degli Ussari e, fino ad alcuni anni fa, la corsa a vuoto dei cavalli. Tuttavia, è meglio tenere d’occhio il programma del Carnevale di Ronciglione per scoprire i dettagli da aspettarsi quest’anno. Un carnevale italiano ricco di storia, di cui l’esistenza è documentata indietro nel tempo fino al 1870, e che ancora oggi ripropone ogni anno maschere tradizionali e ricche di significato, pronte a sfilare sui carri allegorici.Ma la parte di questo carnevale che più vi piacerà arriva alla fine, nell’ultima giornata, quando dopo aver cacciato il “Re Carnevale” simbolicamente mandato via su una mongolfiera, la città si concede l’ultima festa con tanta musica e altrettanto vino nella serata soprannominata “Il Veglionissimo”. Lo stile popolare di questa festa è inconfondibile.

La maschera tipica del Carnevale ronciglionese è il Nasorosso. Una maschera insolita ed enigmatica che il lunedì di Carnevale di ogni anno diventa la maschera di tutti i Ronciglionesi e dà vita a quel singolare rituale detto “la pitalata”. Vestiti con un bianco camicione da notte, i Nasi Rossi calano come un esercito sulla piazza, cantano un inno al vino (“che l’acqua è fatta pei perversi, il diluvio Io mostrò”), rincorrono gli spettatori, salgono con scale sui balconi, entrano nelle case e non risparmiano scherzi a nessuno.

3) Carnevale di Acireale

Questo evento viene definito come il carnevale più bello di tutta la Sicilia e rimane tra i migliori carnevali in Italia fin dalle sue origini, che risalgono al XVI secolo. Inizialmente era tradizione ritrovarsi in strada e sfidarsi a colpi di limoni e arance (un po’ tipo il Carnevale di Ivrea); poi questa lotta a base di agrumi subì un divieto, e oggi si tratta semplicemente di una splendida festa per le strade del centro della città dove sfilano carri e maschere di cartapesta.

Una esibizione di maschere, fiori, colori, musica, luci, coriandoli e fantasia. Come a Viareggio, non mancano nemmeno qui le grandi caricature dei personaggi più famosi. Il punto forte di questo carnevale sta tuttavia nella dimensione “mastodontica” dei carri che sfilano per le strade e che spesso richiedono mesi e mesi di progettazione.

Esistono tre tipi di carri diversi che sfilano partendo da piazza Duomo: i carri allegorico-grotteschi (in cartapesta), i carri infiorati e i carri in miniatura. Il più fantasioso di tutti sarà proclamato vincitore durante la giornata di chiusura, il martedì grasso di 28 febbraio, a partire da mezzogiorno.

Qualsiasi sia il Carnevale che preferite il mio consiglio è solo uno: festeggiatelo. Mascheratevi, fate follie, perché è la festa dell’ironia, dove non esistono ruoli e non esistono regole. La festa dei sogni. Fate la vostra parte: stupite e lasciatevi stupire.

 

 

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