Da una decina di anni, con uno sparuto gruppo di intenditori, a cadenza regolare ci interroghiamo se sia meglio Beyoncé o Rihanna.

Ad esempio:

Non è tanto un fatto musicale, è più che sono entrambe proprio bone e sfacciate. Delle JLo, ma meno posh.

Io alla domanda di sopra rispondo Beyoncé, ma oggi è il ventinovesimo compleanno di Rihanna, dieci dei quali passati a farmi compagnia.

Dieci anni fa non c’era verso di non sentirla ad ogni ora in ogni stazione radio. Dieci anni fa, nell’estate del 2007, ero partita con una mia amica per la Spagna con il cuore infranto, e Rihanna ci faceva ballare e cantare ubriache di sangria a tutte le ore. Pensavo che fosse stupenda, ma la davo per meteora entro sei mesi. Intanto però sculettavamo in spiaggia facendo finta di impugnare un ombrello.

Nell’autunno di quello stesso anno sfrecciavo in bicicletta a cuor leggero ascoltando nelle cuffie Shut up and drive e la trovavo irresistibile col costume verde nel video di quella noiosissima canzone con Justin Timberlake, Rehab.

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Passano gli anni, due, e Rihianna se ne esce con un nuovo disco dopo il quale penso che è spacciata, almeno per me.
E nel frattempo escono anche le foto del suo volto picchiato dal suo fidanzato dell’epoca, Chris Brown. Lasciato ma poi purtroppo ampiamente perdonato.
Io le perdono il suo flop dell’album del 2009, perché la nostra riconquista immediatamente l’Olimpo con Who’s that chick, un featuring David Guetta che mi gasa di brutto.

She’s been a crazy dita, disco fever and you wonder
Who’s that chick? Who’s that chick?
Too cold for you to keep her. Too hot for you to leave her
Who’s that chick? Who’s that chick?

 

E poi chi la ferma più: passa dalla fascia in testa reggaeggiante di Man Down della torrida estate 2011, alla mia preferita You da One, ascoltata a ripetizione nell’inverno successivo, fino al bizzarro trio di Four Five Seconds composto da lei, Kanye West e Sir Paul Mccartney.

A suon di “Non ho mai voluto essere famosa, volevo solo che la mia musica fosse ascoltata ovunque, nel mondo. Ed è andata così, ma la fama è stata una conseguenza” lancia anche una sua collezione di moda e frequenta per un periodo con Leonardo Dicaprio.

Dieci anni sono volati così e questo Buondì è per ricordarci che, come ci insegna Rihanna e un taxista romano nel quale mi sono imbattuta, bisogna tenere lo sguardo sempre alto e dritto davanti a sé e andare incontro alle nostre ambizioni.
Evviva Rihanna, evviva le cosce, evviva le regine!

 

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