Prima di scrivere questo Buondì devo fare una confessione: sono stanca morta. Arrivo da una giornata iniziata alle sei del mattino e adesso che è quasi l’una di notte sono ancora qui a scrivere. Per cui se mi lascerò sfuggire qualche stupidaggine vi chiedo di perdonarmi.

Data la stanchezza volevo fare un Buondì veloce e immediato, ma la Nasa mi ha fregato. E dai, come si fa a rimanere impassibili e fare finta di niente davanti al fatto che laggiù nello spazio la Terra ha ben sette sorelle. Io mentre tornavo a casa fissavo le stelle sorridendo e immaginando.

Prima dell’annuncio ho sentito persone giocare d’ironia macabra per sconfiggere l’attesa della dichiarazione della Nasa su pianeti extra-solari dicendo: “Ora se ne vengono fuori che c’è un pianeta che ci sta per venire addosso”. Tranquillizziamoli subito:  si sa che le famiglie sono complicate e a volte appiccicose, ma questo lontano “cugino” del nostro Sistema Solare, popolato da pianeti grandi più o meno come la nostra Terra è lontano ben 40 anni luce. Mi sa che sarà difficile incontrarsi anche solo per Natale, ecco.

Tornando a noi, Trappist-1 (ma perché questi nomi che tolgono tutta la poesia? Perché!?!) una stella nana rossa nella costellazione dell’Acquario, ha dunque un corteo di ben sette pianeti simili alla Terra. Il punto forse più importante della scoperta è che tre di queste “sette sorelle” della Terra si trovano nella cosiddetta fascia di abitabilità, e potrebbero quindi ospitare acqua allo stato liquido, ingrediente fondamentale per lo sviluppo della vita. Un sistema planetario da record, perché allo stesso tempo ospita il maggior numero di pianeti come la Terra e il maggior numero di pianeti nella zona abitabile.

Insomma, non sarà un famiglia invadente, ma una cosa è certa: non siamo soli.

Grazie al cazzo, dirà qualcuno facendo infuriare la nonna di Tieta che non ama le parolacce, ma secondo me è sempre una frase emozionante da dire e da ricordare. Poi ognuno la può interpretare un po’ come vuole.

A qualcuno per esempio è venuta una grande ansia, come sempre quando si parla di concetti relativi allo spazio, a distanze come 40 anni luce e a possibilità dell’esistenza di vita in altri pianeti.

Io provo emozione, un po’ di orgoglio per come l’essere umano abbia saputo tirare fuori dal lato impiccione che abita in ognuno di noi la capacità di andare a curiosare così lontano e soprattutto un gran senso di pace.

Pace perché improvvisamente davanti a notizie così grandi, da una parte tutto intorno al me, qui ed ora mi sembra caldo, accessibile e vicino. E dall’altra le difficoltà, le cose brutte, complicate, i pensieri che ci assillano a volte nella nostra quotidianità mi sembrano piccoli, ridimensionabili, affrontabili.  Un improvviso sbalzo delle priorità e un apertura allo spazio infinito delle possibilità.

Stamattina ripensate questo bellissimo annuncio della Nasa, alzate lo sguardo e immaginate, sognate. Quante meraviglie, forme e colori potrebbero esistere che ancora non conosciamo? La scienza ci ricorda che la realtà è sottovalutata e che ciò che immaginiamo, o speriamo, spesso e volentieri esiste. Bisogna trovarlo e scoprirlo.

E se siamo riusciti a trovare una famiglia lontana 40 anni luce, possiamo davvero pensare di non risolvere le cose qui ed ora?

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