Non so voi, ma a me basta vedere la mimosa in fiore e una giornata di sole in cui il termometro supera i 15 gradi per compiere due azioni:

  1. avere voglia di organizzare picnic e celebrazioni entusiaste dell’arrivo della primavera
  2. guardare biglietti aerei sognando una vacanza

A dir la verità i biglietti aerei li guardo abbastanza spesso comunque, ma l’arrivo della bella stagione sicuramente aiuta. Poi però mi viene sempre in mente che non ho le ferie pagate (gioie dei precari) o che non ho abbastanza ferie (stesse gioie) o che, come quest’anno, proprio non posso permettermelo perché, per esempio, devo rifare i bagni di casa.

Sognare però non costa niente e neanche lasciarsi ispirare. E così dopo la storia di Baba Lena che mi ha insegnato che se non riesco adesso ad andare in Australia ho tempo almeno fino a 90 anni,  ecco la meravigliosa famiglia Zapp che ha trasformato un viaggio di 6 mesi in 17 anni di avventura in giro per il mondo.

La storia di Herman e Candelaria è iniziata nel lontano 2000, quando i due fidanzati argentini decisero di far diventare il loro viaggio prima del matrimonio una vera impresa. L’idea iniziale era quella di partire dalla loro patria, l’Argentina, e arrivare fino al punto più settentrionale del continente americano, in Alaska. A rendere le cose ancora più complesse il mezzo di trasporto scelto dalla coppia, una Graham-Paige del 1928, che non era, per così dire, fra i più confortevoli. Ma arrivati in Ecuador dopo dodicimila km, ecco il problema che segnerà la svolta della loro vita. I quattromila dollari di budget terminano e la coppia si vede costretta a trovare una fonte di guadagno che li faccia arrivare fino all’obbiettivo sperato. Iniziano così a vendere gli acquarelli fatti da Calendaria durante la traversata, riscuotendo anche un leggero successo.

Un imprevisto che Herman ha definito in un’intervista: «la nostra più grande benedizione del viaggio perché ci ha fatto affrontare il percorso in maniera diversa. Abbiamo pensato che, se potevamo farcela in un Ecuador così in crisi, avremmo potuto farcela ovunque […]. Dopo aver venduto i dipinti di Candelaria incorniciati, sapevamo che avremmo sempre trovato un modo per finanziare il nostro sogno».

Ed ecco che quello che era iniziato come un lungo viaggio prima delle nozze si è trasformato in un’avventura lunga ben 17 anni. La storia della famiglia Zapp rappresenta il significato più letterale del verbo viaggiare. A dimostrarlo sono, come sempre, i numeri: diciassette anni, quattro figli nati in Stati differenti, quattro continenti, più di trecentomila chilometri percorsi in settantacinque Paesi. Tutto in un’unica avventura.

L’inizio di questo lungo viaggio, che li ha portati dall’Argentina all’Alaska, è raccontata nel loro libro Atrapa tu sueño (Afferra il tuo sogno, n.d.t.). Il libro è giunto all’undicesima ristampa e rappresenta la loro principale fonte di guadagno.

«La nostra routine è non avere routine», racconta Herman sorridente. Gli Zapp si adattano alla vita di chi li ospita: fanno colazione con loro, li accompagnano nelle attività che devono svolgere, vanno a dormire quando ci vanno loro. «Quasi tutto è fuori dal nostro controllo e questa è una delle cose più belle della vita: la sorpresa», continua Herman. Per loro, la cosa migliore del viaggio sono «le persone che ci aprono la porta della loro casa e ci permettono di stare a contatto con la propria cultura, il proprio cibo e le proprie tradizioni». Inoltre, il loro percorso è come una scuola. Una passeggiata per il parco nazionale o un pomeriggio ai piedi dell’Everest sono lo scenario perfetto per una lezione di geografia, di biologia o di storia. I figli della famiglia Zapp seguono il programma ufficiale di formazione a distanza del Ministero dell’istruzione argentino, insieme alla mamma che fa da maestra. E, quattro volte all’anno, sostengono gli esami presso le ambasciate che visitano.

Al grido di Atrapa tu sueño , gli Zapp hanno visitato Canada, Centro America, per poi volare dall’altra parte del mondo vagando per tutta l’Australia, le isole e l’entroterra dell’Asia meridionale e l’Africa. Le ultime tappe sono state nel Vecchio Continente, passando per la Turchia, la penisola scandinava e in parte per Italia e Spagna.

È normale, spiega Herman, che qualcuno pensi che un viaggio di tale portata richieda un’infinità di soldi. «Perché è ovvio, quando si è turisti di solito si spende molto. Ma essere viaggiatori è una cosa totalmente diversa, è più tranquillo, lento e meno dispendioso». Ecco alcuni esempi: quasi sempre gli Zapp sono ospitati a casa delle famiglie, cercano aziende disposte ad aiutarli a fronteggiare le tratte più costose, vendono i loro libri e tengono conferenze.

Sempre ottimista (guarda un po’), la famiglia Zapp vede il mondo come un’opportunità, di solidarietà e di calore umano.

E io guardo a loro in questa primavera che sta per arrivare come fonte di entusiasmo. Storie come questa riescono a motivare e, soprattutto, ad aiutarci a superare i timori che spesso ci impediscono di fare ciò che più amiamo nella vita. Che sia viaggiare, coltivare lamponi o scrivere un romanzo.

La famiglia Zapp ha scelto per 17 anni di lasciare tutto, ma hanno trovato molto altro. Stamattina tappate la bocca alla paura e guardate oltre il vostro confine, il mondo che volete visitare, il vostro mondo, vi aspetta.

p.s. La famiglia Zappa dopo il giro in Europa ha deciso di tornare in Argentina e fermarsi. Hanno atrapado il loro sogno: viaggiare per il mondo e adesso di certo la parola casa ha tutto un altro sapore.

 

 

 

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