John Goodenough – in Italia sarebbe John “buonoabbastanza” – è un vecchietto arzillo, classe 1922, nato in Germania, a Jena, naturalizzato americano, che a 94 anni suonati ha ancora voglia di conoscere e di scoprire. Scienziato, professore universitario di Fisica all’Università di Austin, in Texas, è l’uomo che con le sue intuizioni tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, ha contribuito a sviluppare la batteria ricaricabile agli ioni di litio. Quell’oggetto che fa funzionare smartphone, pc, tablet e telefonini e che, moltiplicato nel numero di celle, permette alle auto elettriche di muoversi. Insomma un’invenzione, quella di John “buonoabbastanza” che ha cambiato le vite di tutti. Anche se pochi lo conoscono, al di fuori dell’ambito accademico.

Ebbene John evidentemente non era soddisfatto del suo risultato perché nei giorni scorsi ha fatto sapere che ne ha inventata un’altra di batteria che promette di rivoluzionare il futuro dei consumi energetici. Goodenough, a capo di un team di ricercatori dell’Università del Texas ad Austin, ha trovato il modo di eliminare i difetti delle batterie tradizionali. E lo ha fatto sostituendo il liquido in cui viaggiano gli ioni del litio con un solido, un vetro che impedisce il verificarsi dei frequenti cortocircuiti che si registrano sui modelli in commercio.

Tanto basta a migliorare le prestazioni dell’accumulatore e a aumentare enormemente la quantità di energia che è possibile immagazzinare. Il che allunga di tre volte la durata della batteria. Gli ioni del litio poi sono stati sostituiti con quelli del sodio, che si ricava dalle acque marine. Una modifica che abbatte i costi di produzione.

In sintesi la nuova batteria offre una velocità di ricarica molto superiore (minuti, non ore), maggior sicurezza e una durata tre volte maggiore rispetto a quelle in vendita oggi. Il che spalanca nuovi scenari. Specie per le auto elettriche.

La batteria in vetro e sodio – è scritto nella ricerca – «è sicura, low cost, prodotta attraverso celle a stato solido (l’elettrolita è il vetro e non un liquido come nelle comuni Li-ion), capaci di rilasciare una grande quantità di energia, ha un ciclo di vita lungo, perfetto per alimentare le automobili elettriche di nuova generazione e per immagazzinare grandi quantità di energia prodotta da impianti solari e eolici».

E davvero non è cosa da poco perché questa invenzione potrà nei prossimi anni cambiare ulteriormente le vite di tutti noi e spingere la diffusione delle auto elettriche, facendo aumentarne l’autonomia e diminuirne il prezzo. L’accumulo dell’energia è il link mancante nella transizione mondiale a una economia a zero emissioni, la pietra filosofale a cui stanno lavorando da più parti nel mondo gli scienziati, Cina e Stati Uniti in primis.

Si tratta insomma di una grande scoperta e di un importante passo avanti per vincere la sfida di ridurre il consumo di combustibili fossili e combattere i cambiamenti climatici.

Insomma, come ha scritto Luciano Donzella nel suo blog, se la vecchia batteria al litio era “goodenough”, quella nuova è very, very good. Ed è davvero una buona notizia.

 

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