Dalle fiabe alla realtà: la polizia indiana ha trovato in una foresta dell’Uttar Pradesh una bambina di circa otto anni che viveva, come il mitico Mowgli dei romanzi di Kipling, allo stato brado, fra gli animali ed in particolare con un branco di scimmie.

L’agenzia di stampa Ani riferisce che due mesi fa un ufficiale di polizia in pattugliamento nella Riserva naturale di Katarniaghat non ha creduto ai propri occhi quando ha visto correre poco lontano da lui una bimbetta nuda, seminascosta da numerose scimmie.

Quando il vice-ispettore Suresh Yadav si è avvicinato, i primati e la bambina hanno cercato di spaventarlo emettendo grida. Con molta pazienza però alla fine l’ufficiale è riuscito a prenderla con sé e a consegnarla ai medici dell’ospedale locale.

In una conferenza stampa oggi il responsabile della struttura sanitaria, dottor D.K. Singh, ha confermato che la bambina si comporta come un animale: mangia senza utilizzare le mani, preferisce camminare aiutata da mani e piedi, ed emette solo suoni gutturali, non capendo alcuna lingua. “Dopo settimane di cura – ha infine detto il medico – la sua salute è migliorata, e la sua posizione è prevalentemente eretta, anche se continua a voler fuggire ogni volta che vede un essere umano”.

Nel corso degli anni le cronache hanno registrato storie di bambini che hanno evocato la saga di Mowgli, raccontata con film e cartoni nei cinema di tutto il mondo. Ad esempio nel 2001 fu trovato Alex, un cucciolo d’uomo che era stato allevato dai cani a Talcahuano, in Cile; e nel 2009 in Russia si parlò della piccola Natasha, di cinque anni, cresciuta con cani e gatti in Siberia. Poca cosa di fronte all’incredibile storia della bambina indiana dell’Uttar Pradesh, che non si sa da chi sia stata abbandonata e che, strappata agli amici della giungla, è stata riportata, in fondo contro la sua volontà, fra i suoi simili.

Cosa ci raccontano queste storie a parte che spesso le favole parlano di realtà? Che dobbiamo, ancora una volta, imparare dagli animali, fare attenzione ai più deboli e non tirarsi indietro se li troviamo in difficoltà. Non possiamo girarci dall’altra parte, ma aprire le porte delle nostre case, delle nostre famiglie, dimenticandoci dell’esistenza di branchi, ma consapevoli di far parte di un solo grande gruppo: quello degli esseri viventi.

Siate umani, oggi più che mai e ricordate che basta davvero poco a volte per fare la differenza.

Share

No comments so far.

Lascia un commento