Di solito non amo le foto virali: molto clamore (spesso per nulla) intorno a un’immagine che per qualche giorno è sul desktop di tutti, poi dopo qualche tempo, torna a sprofondare nel gran calderone del web, finché non ne rimane traccia. Ma questa mi piace troppo perché racchiude un po’ di cose di cui vorrei parlare in questi giorni.

Alla vostra sinistra, di nero vestito, un naziskin. A destra Lucie, 16 anni, scout. In mezzo una quindicina d’anni di differenza di età, un migliaio in termini di civiltà. Lui discute animatamente. Lei ribatte, sostiene il suo sguardo, non si scompone, non si lascia intimidire. E poi è una scout, signore e signori, il simbolo per la maggior parte della popolazione mondiale della sfigata. Ma la maggioranza spesso sbaglia, si sa.

Come racconta il mio caro amico Luciano Donzella nel suo blog siamo in una piazza di Brno, Repubblica Ceca. È il primo maggio, un gruppo di estrema destra si è radunato per una marcia contro gli immigrati. Gli scout della città hanno organizzato una contromanifestazione. La foto è stata scattata da Vladimir Cicmanec, un fotografo amatoriale.

Lucie, che di cognome fa Myslikova, teneva in mano un cartello con su scritto il motto degli scout, “Cresceremo i vostri figli”, e non lo ha mollato mentre con aria di sfida rispondeva a tono alle parole del dimostrante vestito di nero. «Volevamo dimostrare ai neonazisti che non sono i benvenuti qui – spiega – del resto ho partecipato alla manifestazione perché sono determinata a cambiare le cose. Per me ha senso cercare di cambiare il mondo intorno a me, credo che tocchi a noi giovani». «Qualcuno – prosegue – mi ha detto che sarebbe meglio lasciare alle persone più anziane il compito di affrontare i naziskin: non sono d’accordo, siamo noi giovani che dovremo vivere ancora a lungo in questo mondo, rispetto alle generazioni più grandi».

Lucie ha raccontato che la discussione con il naziskin, che non è stato identificato, era sulla questione dei rifugiati e dei migranti. «Gli ho detto che tutti i Paesi hanno il dovere di aiutare chi è in fuga da guerre e conflitti, e che in questi casi non esistono confini. Lui ha risposto che sarei stata violentata dalle stesse persone che stavo cercando di difendere. Ma quello che mi ha sorpreso è un’altra cosa: ora alcune persone mi considerano un’estremista, come se essere antifascisti significasse essere estremisti: questa mi sembra la cosa più assurda».

Lucie ha concluso dicendo di non aver avuto paura per la propria incolumità fisica. «Anche se qualcosa fosse successo a me, le ferite fisiche alla fine guariscono sempre, ma se fossi rimasta in silenzio o se avessi deciso di non mettermi in gioco, mi sarebbe rimasta una ferita interna. E non sarebbe più guarita».

Alla faccia della sfigata!

Lucie è una figa, sotto tanti punti di vista e per questo Buondì di oggi mi va proprio elencarli. Per ricordarmeli-celi e anche per prendere ispirazione per la giornata di oggi e quelle a venire.

1- Sa distinguere il bene dal male senza tanto tergiversare. Semplicemente, così come deve essere.

2- Non si tira indietro davanti alla consapevolezza che il cambiamento del mondo può avvenire solo grazie a un nostro impegno.

3- Affronta sorridendo chi non la pensa come lei, chi si è perso per la strada e non è ancora arrivato al punto uno. Non si tira indietro davanti al confronto.

4- Alla violenza (verbale e non) risponde pacata, ma ferma ricordandoci come sia sempre più conveniente convincere piuttosto che cercare di vincere. Convincere sia nel senso di persuasione sia nel senso di cercare di vincere insieme perché i migliori cambiamenti sono quelli dove tutti vincono, anche i cattivi.

Pensiamo a Lucie oggi e a questi quattro punti. Sono sicura che ne abbiamo tutti bisogno. O almeno io sì.

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