S’intitola L’appello e dura poco più di 6 minuti, ma questo corto non può non diventare una Buona Visione.

Sei minuti in cui il regista Valerio Cicco e i giovanissimi studenti dell’ istituto comprensivo Anzio III dicono tutto quello che c’è da dire dopo 25 anni dalla strage di Capaci. Impossibile per me tra ttenere le lacrime e questa volta gli ormoni della gravidanza non c’entrano proprio niente.

È la consapevolezza dell’importanza del ricordo e della conoscenza per chi allora non c’era, ma c’è oggi. Un ricordo che si trasforma in azioni concrete grazie a un’eredità etica che lavori come questo rappresentano al meglio.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e tutte le vittime di mafia ci hanno insegnato a esseri onesti, rifiutare i compromessi, partecipare, contribuire al bene comune, essere cittadini fino in fondo. Ci hanno lasciato un messaggio indelebile: il male non è solo di chi lo commette ma anche di chi guarda e lascia fare.

Questo corto dimostra come si possa raccogliere questa eredità e fare della memoria un impegno.

La scuola, con un’accorata lettera del Dirigente scolastico Maria Teresa D’Orso, ha scritto alla Fondazione Falcone per chiedere il patrocinio, la possibilità di poter apporre il logo della Fondazione Falcone al cortometraggioPatrocinio che non è tardato ad arrivare.

«L’appello – aveva scritto la Dirigente D’Orso – è stato per noi operatrici del settore una soddisfazione di cui siamo convinte, poche volte capita di assistere nel percorso professionale di una maestra. Tutto il nostro lavoro è difatti incentrato su questa aspettativa all’ apprendimento degli alunni nella comprensione di un “fenomeno” e quando questo avviene in maniera tanto stupefacente è un vero orgoglio. Quando abbiamo iniziato con gli alunni il percorso dell’antimafia con il Progetto “Costrutori di Legalità” abbiamo subito intuito l’insorgere del loro interesse: le letture dei libri, le ricerche sulle storie e sulle immagini, la costruzione in classe del loro albero per Giovanni Falcone… ma certo non ci aspettavamo come i valori che voi come Fondazione avete promulgato fossero così fruiti ed elaborati in maniera tanto spontanea e originale. Gli occhi della attrice maestra che si commuove alla fine del cortometraggio vi garantiamo sono i nostri stessi occhi, quando abbiamo visto l’idea dell’appello crescere tra i bambini. Non abbiamo fatto altro che assecondare la loro esigenza di racconto, dando voce nuova ai nomi di coloro che non ci sono più e alla volontà così veritiera da parte degli alunni di proteggere questo lascito. L’idea poi c’è sembrata tanto meritevole di essere raccontata che per una serie di coincidenze abbiamo deciso di affiancare la classe ad un regista professionista che ha saputo sostenere la storia. La nostra intenzione  difatti è quella di poterlo iscrivere tra poco al Giffoni Festival, e ci pare questa dell’anniversario un’occasione più che mai opportuna per mostrare il lavoro dei nostri ragazzi. Saremmo orgogliosi se voi riteniate questo cortometraggio meritevole della vostra firma, così da poter essere presentato al Giffoni Festival con il vostro benestare e magari la vostra partecipazione».

 L’appello è oggi è in concorso al Giffoni Festival.

Votate L’appello, fatelo dopo averlo visto. E ricordate di non dimenticare.

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