In questi giorni di caldo afoso in cui anche solo il gesto di prepararmi il caffè mi sembra eroico ho cercato di pensare a Amber Miller, 27 anni e farmi coraggio. Amber ha corso la maratona di Chicago con il pancione e, arrivata al traguardo, è andata in ospedale per partorire una bambina. È successo a Chicago: in base a quanto riferisce il Chicago Tribune, la giovane era incinta di 39 settimane quando ha tagliato il nastro di partenza dell’annuale maratona domenica mattina in compagnia del marito.

Io a Amber c’ho pensato e ripensato, mentre (tipo ieri) combattevo con il caldo fiorentino in un folle e fallace tentativo di montare un letto nella stanza di mio figlio. Poi ho capito che era inutile. E non solo perché io una maratona con questo caldo non sarei in grado di correrla neanche se non fossi incinta di 35 settimane, ma proprio perché non mi interessa. Insomma, tanto di cappello a Amber, applausi a scena aperta, ma io scelgo Nadia come pensiero ispiratore, grazie lo stesso.

Chi è Nadia?

Una ragazza che avrebbe dovuto sposarsi a Soros in Sardegna il 25 giugno scorso e che invece si è trovata ad aspettare inutilmente il suo futuro marito all’altare. Eh già, mentre lei era lì ad attenderlo fiduciosa (e anche a patire il caldo) lui si era barricato al fresco della sua caserma (è un militare) optando per la diserzione. Insomma, Nadia l’hanno abbandonata all’altare con 38 gradi all’ombra. Roba che se ti metti a piangere le lacrime evaporano più in fretta di ogni parolaccia che può venirti in mente.

E Nadia avrà pure pianto, ma la cosa bella è che io, insieme a milioni di persone, conosciamo la sua storia non per la scelta del fidanzato. Ma per la sua. Perché Nadia, abbandonata all’altare con 38 gradi all’ombra, ha radunato gli invitati e li ha portati tutti al banchetto nuziale già programmato.

«Ormai è accaduto e non si può rimediare. Forse un giorno si scoprirà che era meglio così. Perché rinunciare al ricevimento? È già tutto pagato».

Questo si chiama prenderla con filosofia. E io di questo ho bisogno. Incinta di 35 settimane, fuori casa da 4 mesi per dei lavori che dovevano durare un mese (e invece…), con un’acidità di stomaco che nulla può fermare e i piedi gonfi tipo troll ho bisogno di essere Nadia e non Amber.

Non correrò la maratona, ma mi godrò il ricevimento. E penso che sia così anche per molti di voi. A volte non serve proprio arrovellarsi.

E sì, Nadia, un giorno scoprirai che ti è andata più che bene così.

 

 

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