Ho appena letto una notizia proveniente dagli Usa riguardante un’associazione no profit del Colorado, Parents Against Underage Smartphones (Genitori contro smartphone ai minori) che mi ha entusiasmata. Questo gruppo di genitori sta raccogliendo firme per far sì che nel 2018 si voti una legge per vietare l’acquisto di tablet e smartphone ai minori di 13 anni: i venditori sarebbero quindi costretti a chiedere l’età degli acquirenti, accertandosi anche nelle mani di chi andrebbe il dispositivo – nel caso di acquisto da parte di adulti.

D’altronde, gli esperti sono tutti d’accordo nell’asserire che i bambini in particolar modo dovrebbero stare ben alla larga da questi strumenti: studi specifici a riguardo dimostrano che la passività assunta durante l’utilizzo di tablet e smartphone abbia effetti disastrosi, soprattutto in relazione allo sviluppo caratteriale, cognitivo, sul sonno e sull’attenzione.

Riassumendo in generale, l’abuso di questi strumenti tecnologici nei bambini provoca ritardi nell’apprendimento e nell’elaborazione del linguaggio, crea dipendenza – alcuni studiosi la paragonano a quella che colpisce le persone dipendenti da bevande superalcoliche – , danneggia gravemente la salute: obesità, ipertensione e colesterolo alto sono solo alcuni delle possibili conseguenze negative.

Spinta dalla curiosità ho deciso di approfondire, leggendo qualche studio in merito. Sono rimasta molto colpita dall’allarme lanciato da James Carter, chiropratico del Niagara Park in Australia, che ha raccolto numerosissime radiografie di giovani e giovanissimi, nelle quali è evidente una curvatura all’indietro nel collo. Anomalia, questa, dovuta al peso della testa mal distribuito sulla colonna vertebrale quando si leggono i messaggi o si scrive sul cellulare. Il “collo da sms”, per l’appunto.

Radiografie mostranti il cosiddetto “collo da sms”

È questo il futuro che ci attende? Migliaia di individui col collo storto e ciechi alla Bellezza del mondo? Io non ci voglio credere.

E allora lascio il cellulare sul comodino e mi metto comoda a leggere un libro preso in biblioteca. Osservo la magia del paesaggio brullo e secco dai finestrini del treno, i volti delle altre persone che mi camminano a fianco, ascolto il suono dell’afa estiva. Mi godo senza fotografarlo il tramonto lungo la spiaggia o un angolo fiorito inaspettato mentre passeggio lungo la via di casa, scrivo su un taccuino qualche riga di un libro che magari non pubblicherò mai, chiacchiero con le amiche guardandole negli occhi, studio le nuove rughe dei miei genitori quando vado a pranzo da loro.

Immagino, immagino e mi stupisco di ricordare quanto sbocci dalla mente quando è libera dagli argini di una quotidianità tecnologica.

 

 

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