
OneDay è una mostra di fotografie di Alessandro Penso, immagini dei migranti, profughi, rifugiati e richiedenti asilo che negli ultimi anni sono riusciti a raggiungere l’Europa vivi.
Mentre a mia volta raggiungevo Officine Fotografiche, un bello spazio a Roma che ospita la mostra fino al 27 ottobre, mi chiedevo se queste foto mi avrebbero colpito o impressionato ancora, cosa avessero di speciale e perché Alessandro Penso avesse creduto che la sua mostra potesse essere qualcosa.
Me lo chiedevo, perché sono immagini di una situazione che mediamente osservo una volta al giorno, per non parlare di quando alcuni scatti diventano virali sul web, che allora diventano quattrocento le volte che al giorno mi capitano davanti.
Sono immagini che, per quanto possano essere belle (Alessandro Penso ha vinto il premio World Press Photo nella categoria General News nel 2014), abbiamo bisogno di andare a guardarle tutte raggruppate in una stanza? Mi chiedevo. Poi sono giunta a destinazione.
OneDay non è una mostra che vai a vedere, non è quella cosa che entri, passeggi davanti alle opere, ad alcune ti avvicini un po’ con fare pensieroso, e in cinque minuti hai finito. OneDay è una mostra che vai ad ascoltare, a sentire.
“La fotografia è un po’ come una pistola: non è buona o cattiva di per sé, dipende dall’utilizzo che se ne fa”, diceva Penso in occasione di quando il Time scelse una sua foto come foto dell’anno 2015, e lui ne fa un utilizzo sensibile e coinvolgente.

(Una storia)
La mostra si apre con alcuni dati sul flusso migratorio che ha interessato L’Europa negli ultimi anni raccolti da UNHCR e Medici Senza Frontiere (partocinanti, questi ultimi, della mostra) e tre importanti definizioni:
Rifugiato: status giuridico sancito nel diritto internazionale dalla Convenzione di Ginevra del 1951, riconosciuto a quelle persone che non possono tornare a casa perché per loro sarebbe troppo pericoloso.
Richiedente asilo: colui che, fuori dal proprio paese, presenta domanda di asilo per il riconoscimento di rifugiato o altra forma di protezione internazionale.
Migrante: colui che si sposta in un altro paese, anche se non è in pericolo, per migliorare la propria condizione. Ha una connotazione più economica. Migrante è anche il sardo che va a cercare fortuna in Germania o il nostro compagno di università che è andato a cercare lavoro a Londra, per dire.

(Spostamenti – Progetto grafico di Anna Lavezzoli. Naturalmente, questa foto è fatta da me, e non da Penso)
Ci sono soprattutto le foto e le storie con cui Penso, dal 2009, è entrato in contatto a Malta, in Italia, Grecia, Spagna, Bulgaria e Francia. Non sono foto sensazionalistiche, non sono le foto del bambino morto sulla spiaggia.
Sono le foto delle persone, dei loro racconti, delle loro paure e della loro fatica. E Penso non solo ha immortalato le loro emozioni, ma se le è fatte raccontare, ma non solo se le è fatte raccontare, è intervenuto, ha aiutato, ha denunciato.
E quel che ha denunciato è brutto, a partire dalla storia di Mohamed, investito di proposito e poi fatto passare per un normale incidente stradale. Poi ci sono dei piccoli quadernetti appesi dove leggere i loro racconti in prima persona, come il padre di famiglia che stava bene in Afghanistan e non voleva venire in Europa, ma è stato costretto perché minacciato di morte dai talebani. O la famiglia che è arrivata in Grecia con due figli piccoli e uno disabile, paraplegico, che è stato trasportato sulle spalle dagli altri profughi quando il padre non riusciva più a portarselo sulle spalle.
Potevamo essere noi, potremmo essere noi, ma non per andare in Germania ché qui non c’è lavoro, ma per scappare, ché lì non c’è vita.
Fa un po’ piangere, io sono uscita con il magone e gratitudine per Alessandro Penso, per Medici Senza Frontiere, per Mare Nostrum, Frontex, per tutti quelli che anziché fare le foto alle modelle e i video delle pubblicità, ci raccontano il mondo e lo sanno raccontare in questo modo che quando esci ti rispondi alle domande di prima di entrare, sì.
OneDay è esposta fino al 27 ottobre 2016 a Roma, alle Officine Fotografiche, e dal 4 al 30 novembre 2016 al Palazzo della Ragione di Bergamo all’interno di “Fotografica. Festival di Fotografi a Bergamo”.

(2013. Harmanli. Bulgaria)

(2012. Corinth. Greece)

(Lesvos, Greece Oct. 18, 2015)

(2015. Lesvos. Greece)
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