I panda non sono più a rischio estinzione. Non male come notizia per iniziare la giornata eh?

A settembre l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha annunciato i nuovi cambiamenti alla sua “lista rossa” sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali del pianeta, tra cui il fatto che i panda giganti (Ailuropoda melanoleuca) non sono più considerati una specie in pericolo ma sono passati nella categoria delle specie vulnerabili.

Certo, questo non vuol dire che i simpatici orsetti bianchi e neri adesso invadono le foreste di bambù come le zanzare i navigli di Milano, ma sicuramente è un enorme passo avanti che va festeggiato. E da cui bisogna imparare perché significa che se ci impegniamo davvero possiamo cambiare l’inevitabile.

I panda giganti sono usciti dalla categoria animali a rischio di estinzione grazie alla crescita del numero di esemplari che vivono liberi e non in cattività: secondo le stime, attualmente ci sono 1.864 panda adulti che non vivono in cattività. Il numero dei panda dipende in gran parte dall’estensione delle foreste di bambù che si trovano in Cina: questi animali si nutrono al 99 per cento di bambù e ne devono mangiare dai 12 ai 38 chilogrammi al giorno per mantenersi in salute. Negli anni Ottanta la riduzione delle foreste di bambù aveva fatto scendere il numero di panda a circa 1.200 esemplari e dal 1990 la specie era considerata in pericolo di estinzione. Tra il 2004 e il 2014 la popolazione di panda selvatici è cresciuta del 17 per cento. Per la IUCN l’aumento del numero dei panda sarebbe la prova che le iniziative di conservazione delle specie possono funzionare.

La popolazione dei panda è cresciuta grazie agli sforzi della Cina per proteggere la foresta di bambù e aumentarne l’estensione. Oggi nel paese ci sono 67 riserve naturali pensate per i panda. Avanti così, dunque, perché è il momento di festeggiare, ma non di sedersi sugli allori. C’è ancora tanto da fare.

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Non so voi, ma io sono cresciuta tristemente convinta che prima o poi avrei assistito al tragico saluto all’ultimo panda e forse anche per questo tutte le volte che è apparso un video, una foto, una gif su questi amabili ciccioni pelosi io sarei stata capace di osservarli in loop per ore. Sono diventata grande con le campagne del Wwf in difesa dei panda, appelli, raccolte firme, donazioni e adesso sapere che tutto questo impegno sta dando i suoi frutti non solo mi rende felice, ma vogliosa di fare la mia parte. Perché il processo di estinzione si può fermare.

Sarà un caso, ma nella simbologia cinese, i panda sono spesso utilizzati come simbolo dell’uomo. E secondo chi crede negli animali guida rappresentano la capacità di vivere al di là delle leggi comuni. In questi lunghi anni di pericolo i panda ci hanno insegnato proprio questo: la capacità di non dare per scontata la realtà che sembra irreversibile. E ci hanno ricordato con la loro tenerezza – quella vera, non solo estetica, i panda non sono mai aggressivi – i lati migliori di noi.

Da poco il panda non è più in via di estinzione. Facciamo in modo che non torni più nella lista a rischio, facciamo in modo di continuare a migliorarci e ricordare il suo esempio di tenerezza. Perché la bontà e la simpatia vincono contro tutto e tutti. Ma hanno sempre bisogno del nostro supporto.

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