La solidarietà è una delle cose che mi fa commuovere di più, quando qualcuno decide di non lasciare solo qualcun altro e si mette al suo fianco, o anche davanti.
L’altro ieri a Milano un folto gruppo di cittadini ha deciso di non lasciare soli gli 80 profughi ospitati nella caserma Montello: gli abitanti della zona 8 e le associazioni e collettivi della sinistra militante hanno organizzato una festa per dar dar loro il benvenuto. Che confronto all’accoglienza di Gorino e alle manifestazioni di Casa Pound, è un fatto da far scendere una lacrima.

In North Dakota, invece, da aprile i nativi americani stanno protestando ancora una volta contro gli invasori americani che, non contenti di aver ridotto gli le popolazioni indigene dentro a delle riserve, in mezzo a quelle riserve vogliono farci passare un oleodotto sotterraneo lungo 2000 km.
L’oleodotto devasterebbe ancora di più proprio quella terra sacra che ispirava un tempo la saggezza dei nativi con perle profetiche delle quali noi non ci curiamo, tipo “Gli alberi sono le colonne del mondo, quando gli ultimi alberi saranno stati tagliati, il cielo cadrà sopra di noi”.
Senza contare che un guasto dell’oleodotto inquinerebbe sia il terreno sia le falde acquifere del fiume Mississippi.
Senza contare che certi non hanno proprio limiti nelle loro nefandezze imperialiste, mai.

La protesta andava avanti pacifica fino a che, un mese fa, le quattro società petrolifere che portano avanti il progetto hanno mandato la polizia a sgomberare i dimostranti. Ci sono stati 141 arresti tra nativi ed ecologisti.
La protesta si è quindi infiammata anche sui social: in modo del tutto spontaneo, gente da tutti gli Stati Uniti e da tutto il mondo ha cominciato a fare il check in Standing Rock Indian Reservation, cioè dove i Sioux stanno protestando.
Avete in mente quando siete in vacanza in qualche posto bello e volete farlo sapere a tutti registrandovi su Facebook?
Esattamente così.
Tutto questa affluenza telematica di informazioni sbagliate, più di un milione di check in nelle ultime ore tra cui anche il mio dal divano di casa mia, ha mandato in confusione la polizia incaricata di individuare gli attivisti e sbatterli in galera.
E dunque per una volta è stato l’opposto: in piazza, per gli organizzatori 200, per le forze dell’ordine 1,000,000; la valanga del presidio di Facebook ha in questo caso disincentivato l’intervento delle forze armate, tiè.

Non so se servirà, però è bello sapere che al mondo ci sono persone a cui importa.
Non so se i rifugiati accolti a Milano avranno una vita migliore di quelli non accolti a Gorino, però sanno di non essere soli.

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