Martin Luther King diceva: “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”. E mai come in questi giorni serve ricordarsi questa frase. Ripetersela come un mantra prima di esprimere qualsiasi giudizio.

Ieri avete accettato la sfida del nostro Non Lamento Challenge?

Bravi, ma non sedetevi sugli allori perché adesso c’è il prossimo step: l’impegno per il cambiamento. Eh sì, perché tanto lo sappiamo che, se anche siete riusciti davvero a non lamentarvi,  le cose che non vanno e/o non vi piacciono continuano comunque a essere nei vostri pensieri e saperle controllare non basta. Perché se poi non siamo bravi bravissimi a farlo ci viene in ogni caso l’ulcera. E allora? Come se ne esce?

Semplice: impegnandosi a cambiare quello che ci porta al lamento. Perché qualcosa si può sempre fare. E, pensate un po’, spesso anche in compagnia, che viene meglio.

Pensate alla bellissima notizia dei Sioux che hanno vinto la loro battaglia contro il Dakota Access Pipeline, l’oleodotto che avrebbe attraversato i loro territori in Nord Dakota, passando sotto il lago Oahe. Il genio militare americano, sotto la cui giurisdizione ricade parte della zona interessata, ha annunciato di aver bocciato il percorso previsto per la struttura, dichiarando che esaminerà alcune alternative.

Le proteste dei Sioux erano iniziate ad aprile 2016 e nei mesi successivi hanno coinvolto migliaia di persone, tra cui anche ambientalisti, attivisti e persino veterani dell’esercito, che hanno fatto da “scudi umani” ai manifestanti quando sono stati utilizzati contro di loro proiettili di gomma, cannoni ad acqua e gas lacrimogeni dalle forze di polizia locali. E come vi avevamo raccontato anche il web si era mosso. Ok, Trump una volta insediato a gennaio alla presidenza della Casa Bianca potrebbe bloccare la scelta dell’uscente amministrazione Obama, ma intanto una vittoria è stata raggiunta. Una vittoria che non va né sottovalutata né data per scontata. E in ogni caso i Sioux hanno già dichiarato: “Donald Trump si prepari perché non daremo tregua”.

Pensateci: i Sioux contro un potente oleodotto statunitense.  Che chance potevano avere i nativi americani puniti ingiustamente in ogni secolo dopo l’invasione dei loro territori? Altro che Davide contro Golia. Rinchiusi in riserve, osservati con la stessa curiosità con cui si guarda una nuova serie televisiva che dopo un po’ ci stufa e si dimentica. Loro sì che avevano tutto il diritto di mandare a quel paese il Non Lamento Challenge e abbracciarsi piangendo. E invece.

Hanno deciso che era arrivato il momento di dire basta e far sentire la propria voce, difendere i loro territori. Non tenersi il proprio lamento per sé, ma agire. Non solo hanno vinto, ma hanno avvicinato anche migliaia di persone alla propria causa scoprendo di non essere così soli come credevano.

Ebbene, può succedere anche a noi. Basta volerlo, basta impegnarsi. In piccolo, come in grande. Smettiamola di piagnucolare sul latte versato o di dare la colpa a chi ci sta intorno.

Responsabilizziamoci, impegniamoci a cambiare quello che non ci piace. Possiamo anche decidere di non farlo, però allora, smettiamo di lamentarci e dare la colpa agli altri.  Non solo non serve a niente: ci rende noiosi. E non c’è nulla di più brutto della noia.

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