Questo Buondì è un vero buondì perché questa cosa che sto per suggerirvi la si può fare solo di mattino abbastanza presto, ed è donare il sangue.

La prima volta che ho donato il sangue avevo circa 20 anni e mi ci aveva trascinato un compagno di università. Avevo finalmente terminato la scuola dell’obbligo della sveglia delle 7, ed ecco questo che arriva e mi dice: “ti vengo a prendere domani mattina alle 7.30 e andiamo al Policlinico, bevi solo un tè o un caffè senza zucchero per colazione”.

Lì per lì volevo piangere, poi l’amico mi ha detto che dopo avermi prelevato il sangue mi avrebbero offerto una copiosa colazione, e così ho accettato.

Per chi non lo avesse mai fatto, spiegherò tutto l’iter.
Per prima cosa prelevano una goccia di sangue dall’anulare per vedere se, alla grossolana, tutto va bene (una volta avevo poco ferro e mi hanno rimandata a casa, per esempio).
Poi si viene chiamati da un medico a fare una visita in cui viene misurata la pressione e durante la quale bisogna rispondere a domande imbarazzanti tipo il numero di partner sessuali, quanto si è bevuto, se ci si è drogati, se si è viaggiato in paesi a rischio malaria o mucca pazza, se ci si è fatti piercing o tatuaggi, etc, negli ultimi sei mesi. Questo è il momento di rispondere onestamente, ma con buon senso.
Se le risposte date sono corrette, si è pronti per donare il proprio sangue e qui viene il bello.

Ci si accomoda su un lettino in una sala piena di altri lettini con altre persone sdraiate sopra e con un ago infilato nella vena, e un sacco di infermiere, infermieri, volontari e volontarie che persone così gentili io non ne ho mai viste tante tutte insieme. Si viene accolti come l’eroe che torna al villaggio dopo aver sconfitto il drago. Pacche sulle spalle, sorrisi, complimenti.
E anche quando prendono la vena e ci mettono dentro l’ago, che io continuo a non abituarmici e mi vien la tremarella, stanno lì a dire fesserie per distogliere l’attenzione dal prelievo. L’operazione dura circa 15 minuti, per circa 450 ml di sangue prelevato. E intanto vieni trattato benissimo, con un affetto che neanche a Natale. Giuro, se avete bisogno di affetto e autostima, andate a donare.

A questo quarto d’ora va aggiunto un altro quarto d’ora di riposo per rialzarsi e non svenire lì per lì.

E infine la colazione, io ne ho provate alcune e nell’ordine voto:
1° posto: Policlinico di Milano, dove c’è vasta scelta tra dolce e salato – c’è anche il panino con la cotoletta, quanto se ne vuole.
2° posto: Policlinico Umberto I di Roma, non c’è scelta ma ho mangiato il cornetto con la nutella più grosso mai visto, e poi mi hanno regalato anche il panettoncino.
3° posto: il camion Baobab del San Raffaele di Milano: un plum cake confezionato.

Dopo molti altri ringraziamenti, si torna a casa (ai donatori di sangue lavoratori spetta una giornata di riposo)  con una sensazione bellissima: essere stato utile. Per tutte quelle volte che – a meno che non siate medici, infermieri o cose simili – mentre lavoriamo ci diciamo: calma, non stiamo mica salvando vite. E invece a ‘sto giro un po’ sì, per una volta.

Immaginate quante persone ogni giorno hanno bisogno di una trasfusione di sangue: non lo so, ma tante.
E il sangue non è riproducibile in laboratorio, e ce n’è sempre bisogno, e non solo durante le emergenze terremoto: solo il 2.9% della popolazione totale italiana è donatore. Pocoooo.

(Campagna donazione sangue 2013)

Donare il sangue è un vero gesto di altruismo che non costa nulla, è una scelta civica e solidale e, a ben vedere, fa bene anche a chi dona perché il sangue prelevato fa spazio a sangue nuovo bello pulito e fresco, e dà diritto a un emocromo completo direttamente a casa.

Io l’ho fatto l’ultima volta il 5 gennaio, le donne possono donare 2 volte all’anno, gli uomini 4. Qui tutti i parametri per chi vuole diventare donatore.
Non perdete questa occasione e domani mattina andate nel centro trasfusionale più vicino (cercate su internet, è pieno dappertutto) e donate il vostro sangue a uno sconosciuto al quale salverete la vita.

Grazie Andrea che mi hai buttato giù dal letto quella mattina!

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