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Katsushika Hokusai (oggi e fino al 29 gennaio in mostra al Palazzo Reale di Milano) nasce ad Edo nel 1760 e sempre ad Edo muore nel 1849, all’età di ottantanove anni (!).

È uno dei più celebri artisti dell’ukiyo-e, “immagine del mondo fluttuante”, un genere di stampa artistica, impressa su carta con matrici di legno, che raffigura scene di vita cittadine e paesaggi naturali giapponesi come ponti, cascate e, ovviamente, il monte Fuji.

Bene, non è la bellezza delle stampe giapponesi che oggi ci farà alzare col piede giusto.

(Katsushika Hokusai, La cascata di Amida in fondo alla via di Kiso, dalla serie Viaggio tra le cascate giapponesi – 1832-1833 circa)

Dicevamo, Hokusai ha vissuto ottantanove anni.
E questi ottantanove anni li ha vissuti tutti senza smettere mai di credere di poter vivere.
“Già all’età di sei anni ho cominciato a disegnare ogni sorta di cose.
A cinquant’anni avevo già disegnato parecchio, ma niente di tutto quello che ho fatto prima dei miei settant’anni merita veramente che se ne parli. È stato all’età di settantatré che ho cominciato a capire la vera forma degli animali, degli insetti e dei pesci e la natura delle piante e degli alberi.
È evidente perciò che a ottantasei anni avrò fatto via via sempre più progressi e che, a novant’anni sarò entrato più a fondo nell’essenza dell’arte.
A cento avrò finalmente raggiunto un livello meraviglioso, e a cento e dieci anni, ogni punto e ogni linea dei miei disegni avrà una sua propria vita. Vorrei chiedere a coloro che mi sopravvivranno di prendere atto che non ho parlato senza ragione.
Scritto all’età di settantacinque anni da me, un tempo Hokusai, oggi Gokyorojin, il vecchio pazzo per il disegno.”

A sessant’anni Hokusai decide di abbandonare il suo vecchio nome d’arte Taito e sceglie lo pseudonimo Iitsu “nuovamente uno”.

Ed è tra il 1826 e il 1833, vale a dire all’età di settantatré anni, che Hokusei ha realizzato le Trentasei vedute del monte Fuji, la più famosa serie ukiyo-e che ha influenzato artisti come Claude MonetVincent van Gogh e Paul Gauguin.

(Katsushika Hokusai – La grande onda presso la costa di Kanagawa, dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji – 1830-1832 circa)

Mi permetto di dirle, Sensei Iitsu, che aveva ragione.
E Le chiedo scusa, per tutti quelli che a trent’anni si sentono falliti perché non hanno realizzato quello che sognavano, ma anche per tutti quelli che a settanta si fingono morti perché convinti che i giochi per loro siano ormai chiusi.

E La ringrazio, infine, perché ci insegna che non c’è un’età in cui si deve essere al meglio delle proprie possibilità, ma un percorso che va vissuto con intenzione dall’inizio alla fine.

(Cardellino e ciliegio piangente, dalla serie “Piccoli fiori”, 1832 circa)

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