Donald Trump  ha deciso di riprendere la costruzione dei contestati oleodotti Dakota Access e Keystone XL. Una brutta notizia per i Sioux e tutti coloro che hanno combattuto al loro fianco per difendere i territori dei nativi e scongiurare dall’inquinamento le falde acquifere e il letto del Missouri.

Il governo di Obama aveva sospeso a dicembre scorso  la costruzione del Dakota Access (nel 2015 era già stato bloccato per cause ambientali il Keystone XL) e noi avevamo festeggiato insieme ai Sioux. Sapevamo che Trump poteva rimettere in discussione tutto, e così è successo.

Pronta però come sempre è arrivata la risposta dei Sioux: “Vi esortiamo a sostenerci, con ogni mezzo, contro la decisione di Donald Trump. Stiamo uniti e non cadremo. Continueremo la nostra lotta, a testa alta, per difendere l’acqua pulita, per contrastare i rischi ambientali e proteggere i territori sacri”.

Dov’è il pensiero positivo per il buondì di oggi? Beh, proprio nella forza dei Sioux.

Quante volte, sapendo di essere nel giusto, abbiamo affrontato salite che sembravano infinite e arrivati in cima, pezzatissimi, non abbiamo neanche avuto il tempo di sorridere un attimo prima di accorgerci che c’era un’altra montagna da scalare? A volte la sfiga si accanisce e questo nuovo affronto ai Sioux, a una storia già segnata da negazione e annientamento, ce lo ricorda fin troppo bene.

Sono i nativi americani a ricordarci però la cosa più importante: se sappiamo di essere nel giusto non dobbiamo mollare. Riprendiamo la salita perché in un modo o nell’altro arriveremo in cima. E se dovessimo pure inciampare, significa che impareremo a camminare meglio e la nostra caduta segnerà la più facile salita a chi verrà dopo.

Non dobbiamo temere la sconfitta, perché potrebbe rivelarci poteri che non sapevamo di avere. Spesso non raggiungiamo i nostri obiettivi perché rinunciamo davanti a delle sconfitte temporanee. La sconfitta è definitiva solo quando noi la vediamo così.

Fate come i Sioux, nonostante le difficoltà, svegliatevi e iniziate la salita a testa alta.

E ricordate, come abbiamo scritto per il nostro concorso letterario:

Tutto andrà bene alla fine. Se non andrà bene allora non è la fine.

 

 

 

 

 

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