Dovete sapere, car* seguaci di Pollyanna, che alle origini di questo progetto io e Tieta avevamo pensato al Buondì come a una sezione in cui scrivere, senza troppo impegno, tre righe su un video che ci piaceva, una canzone che ci faceva ballare, una bella foto e così via. Una cosa semplice e immediata.

Poi, come succede quasi sempre alle cose immaginate che incontrano la realtà, il Buondì ha preso tutta un’altra forma.

Ma non oggi. E non in Canada. Qual è il collegamento che lega il Buondì con il paese dell’albero dell’acero? Il primo ministro Justin Trudeau.

Un uomo praticamente da sogno, che sembra finto così di suo, figuriamoci poi a pensare che è un primo ministro.

Eh sì, il Canada, uno dei paesi più presi in giro della storia, ha sfornato un politico che per ora, non ne ha sbagliata una. Sembra pazzesco, ma è così. Almeno per me.

Prima insegnante, poi attore (e ballerino – sì, è quello che balla qui sotto) Justin Trudeau, 44 anni,  figlio di un’ex primo ministro del Canada, è stato eletto per la prima volta alla Camera nell’ottobre del 2008, facendosi conoscere soprattutto per una proposta per introdurre il servizio civile volontario indirizzato ai giovani, che poi è stata approvata. Una piccola proposta che però già diceva molto.

Nel 2015 è diventato uno dei primi ministri più giovani dell’Occidente e sicuramente il più bello.

E cosa ha fatto?

Ha nominato un governo gender balanced, ovvero in cui le donne per coazione ottengono metà delle poltrone: quindici ministri uomini e quindici donne. Non solo, nel suo governo ci sono: ex rifugiati, immigrati, sikh, musulmani, disabili e membri della comunità aborigena.

Justin Trudeau ha portato avanti il progetto di legalizzazione della marijuana ricreativa, dopo quello dell’eutanasia.  Dopo anni di conservatorismo ha poi fatto entrare 25 mila rifugiati siriani (i conservatori non erano disposti ad andare oltre i 10 mila). Justin Trudeau ha posto fine alla campagna militare contro lo Stato islamico, ritirando i caccia e dirottando i fondi all’addestramento delle truppe irachene. Dopo aver abbracciato le politiche ecologiste varate al summit di Parigi, Trudeau ha messo gli occhi sul Patriot act canadese, la legge C-51 che consentiva la vigilanza del governo sulla popolazione in caso di minacce alla sicurezza nazionale.

Justin Trudeau ha introdotto l’identità di genere durante la Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia. Non solo, ha anche approvato le carte d’identità “neutre”, per il terzo gender, né maschio né femmina.

Attenzione perché Justin Trudeau è anche entrato nella storia come il primo premier canadese a marciare al Gay Pride. Guardate la foto sotto, per farvi un’idea di come è andata.

Il primo ministro più figo del mondo ha poi lanciato un programma per ristabilire buoni rapporti con la comunità aborigena, piagata in passato dalla violenza sulle donne e da programmi forzati di assimilazione nelle scuole. Il primo ministro ha anche chiesto le scuse di Papa Francesco “per il ruolo che la chiesa cattolica ha giocato negli abusi fisici e sessuali sui bambini che hanno frequentato una delle scuole native gestite dalla chiesa”.

(Eccolo durante il Gay Pride)

Non vi basta? Digitate il suo nome su internet, ogni volta che lo faccio io scopro qualcosa di lui che mi fa impazzire. Tipo i calzini che indossa. O le foto di quando è andato a trovare due panda appena nati a Toronto specificando che poi sarebbero tornati in Cina.

(Foto di Adam Scotti/PMO)

E poi ha sempre la risposta pronta. E sempre quella giusta.

Putin pubblica una sua foto a petto nudo mentre va a caccia? Lui si mette a fare yoga nel suo ufficio.

Trump chiude le frontiere? E lui, che già era andato di persona in passato ad accogliere alcuni migranti all’aeroporto di Ottawa e si era commosso, risponde con un chiarissimo tweet: “A chi è in fuga da persecuzioni, terrore e guerra, i canadesi daranno il benvenuto, indipendentemente dalla sua fede. La diversità è la nostra forza“. E poi è passato ai fatti: “Il Canada offrirà la residenza temporanea a tutti quelli bloccati negli Usa a seguito dell’ordine esecutivo di Trump sull’immigrazione”,  ha comunicato il ministro dell’Immigrazione canadese Ahmed Hussen (ex rifugiato).

Dopo il tragico attentato avvenuto nella moschea di Quebec City girava un tweet con informazioni sbagliate di Fox News? Il governo canadese l’ha fatto rimuovere e ha ottenuto pubbliche scuse.

Ogni volta che può dichiara di essere femminista. E alla reporter che gli ha chiesto perché la parità di genere è stata un criterio fondamentale nel nominare l’attuale consiglio dei ministri ha semplicemente risposto: “Perché è il 2015”.

E niente, ormai non riesco neanche a farmi stare sulle scatole nemmeno sua moglie.

Tutto marketing? Forse, ma anche se fosse è bello in un mondo politico che urla e propone – o peggio approva – leggi razziste e invoca ruspe sputando menzogne trovare un’oasi di pace, toni pacati, gentilezza e umanità. Con anche un pizzico di colore e ironia quando serve.

Insomma, pazienza se poi commetterà anche lui degli errori (lo farà, è un essere umano….almeno credo), intanto io nei momenti bui mi vado a guardare le sue foto e a vedere cosa ha combinato di nuovo. Mi mette di buon umore, mi dà speranza.

Fatelo anche voi, ci sono tante cose che non vi ho raccontato su Justin Trudeau, l’unico primo ministro che riesce a farti sorridere anche di prima mattina.

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