L’Italia ha già raggiungo l’obiettivo fissato dall’Ue per il 2020 sulla produzione di energia da fonti rinnovabili. Secondo gli ultimi dati di Eurostat (l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea) a fine del 2015 la percentuale coperta dalle energie rinnovabili in Italia sul totale dei consumi corrisponde al 17,5%, mezzo punto percentuale in più rispetto al target fissato. L’avanzata è stata costante nel corso degli anni. Nel 2004 la percentuale sul totale raggiungeva il 6,3% e già nel 2012 era balzata al 15,4%.

A livello europeo la quota di rinnovabili ha raggiunto il 16,7 per cento, partendo da un 8,5 per cento di dodici anni fa. Primeggia la Svezia, maglia nera invece a Paesi Bassi, Francia, Irlanda, Regno Unito, Lussemburgo e Malta che sono in ritardo sui target stabiliti dall’Ue.

Ogni Stato membro dell’Unione europea ha un proprio obiettivo di produzione di energia da fonti rinnovabili fissato dall’Ue al 2020. Gli obiettivi nazionali tengono conto dei diversi punti di partenza degli Stati membri, del potenziale di energia rinnovabile e delle performance economiche. Tra i 28 Stati membri dell’Ue, undici hanno già raggiunto il livello richiesto per soddisfare i loro obiettivi nazionali previsti per la fine del decennio: Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Croazia, Italia, Lituania, Ungheria, Romania, Finlandia e Svezia. Austria e Slovacchia sono molto vicine all’obiettivo, manca circa 1 punto percentuale. In fondo alla classifica, invece, ci sono i Paesi Bassi a cui mancano ancora 8,2 punti percentuali (pp) per raggiungere il loro obiettivo nazionale al 2020, la Francia (7,8 pp), Irlanda e Regno Unito dove entrambi devono ancora colmare con rinnovabili 6,8 punti percentuali e Lussemburgo (6,0 pp).

Se la direzione intrapresa sembra essere quella giusta, occorre continuare a investire per non rallentare o fermare il trend. Sarà necessario mettere in campo ulteriori programmi finalizzati non solo a favorire l’accesso a incentivi e agevolazioni di tipo economico, ma anche lavorare sul fattore culturale, veicolando un messaggio tale da poter aiutare i cittadini a capire perché investire sull’energia pulita avrà in futuro benefici concreti e tangibili per l’intera collettività.

Una cosa è certa però in Italia stiamo lavorando bene, non ci fermiamo.

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