Sul tram numero 1 di Milano, che da piazza Greco scende verso il centro per risalire fino a piazza Castelli, un gruppo di persone ha cominciato a leggere brani di narrativa ad alta voce. I passeggeri che transitavano sul tram in quel momento sono stati costretti, anche solo per il tempo di capire cosa stesse succedendo, a distogliere gli occhi dal proprio smartphone.
Questi lettori d’assalto erano i “guerrilla readers” nati tra gli scaffali della biblioteca di Crescenzago e il loro intento era proprio quello di “spiazzare l’ignaro pubblico, a fare alzare gli occhi dai telefoni cellulari e a catturare l’attenzione con delle pillole di letteratura scelta“, scrive Il Fatto Quotidiano, che riporta la notizia.

Anche se trovo la lettura ad alta voce e la lettura non richiesta un po’ una violenza, è vero che passando la maggior parte dei momenti di ozio incollati al cellulare, ci perdiamo tante cose.
Non è che se non avessimo i telefoni, socializzeremmo di più in metropolitana: anche dieci anni fa, dopo aver osservato le scarpe di tutti i passeggeri nel vagone, si apriva un libro o una rivista e ci si infilava col naso tra le pagine. Però magari alla fermata del tram, nell’attesa, anziché guardare Facebook, ci guardavamo in giro, notavamo le persone, i cambiamenti urbani, e soprattutto pensavamo. Perché l’impressione che ho io, per quanto riguarda me, è che impiegare ogni momento di noia o di attesa tra un’app e un’altra mi stia atrofizzando il cervello.

Solo che lo smartphone è un po’ come fumare, o un qualsiasi altro vizio che crei dipendenza: bisogna avere almeno un po’ di forza di volontà per smettere, oppure avere il raffreddore, o smarrirlo, o che si scarichi la batteria. Ma se non siamo nati con la sigaretta in bocca, tantomeno siamo nati con un cellulare connesso a internet in mano.
Quindi oggi non aspettiamo di dimenticarlo a casa ma proviamo a usarlo solo per le necessità: quando avrete quattro minuti liberi durante i quali non sapete cosa fare, fatevi forza e pensate. Se non avete nulla a cui pensare, guardatevi attorno che magari troverete qualche spunto, oppure ricordate, riportate vecchi aneddoti alla memoria, inghippi che non avete risolto, litigi che sono morti lì, amori che non sono mai decollati, lavori che non vi hanno portato alla ricchezza o alla fama, e chiedetevi perché. Non abbiate paura oggi di andare nel profondo, di stare un po’ con voi stessi anziché con i vostri 2300 amici sui social, usate le dita per grattarvi la testa pensierosi, anziché per scorrere gli schermi, e fare due sorrisi in più a chi incontrate anziché a favore dei selfie. Buona giornata!

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