Victoria – La trama all’osso: Victoria, una ragazza di Madrid, incontra quattro ragazzi fuori da un locale notturno. Sonne e i suoi amici sono dei veri berlinesi che le promettono di farla divertire e di mostrarle la parte più autentica della città. In realtà i ragazzi sono nei guai: quella sera devono restituire a qualcuno un pericoloso favore. Quando i tentativi di seduzione di Victoria nei confronti di Sonne diventano qualcosa di più concreto, lui la convince a unirsi a loro nella missione. Progressivamente, quella che era iniziata come una serata divertente va fuori controllo. Quando l’alba si avvicina, Victoria e Sonne si rendono conto che devono tentare il tutto per tutto e si abbandonano a un viaggio da infarto nel cuore della notte.


Victoria, film di Sebastian Schipper è uscito da pochissimo nelle sale italiane.

Questa è una buona notizia perché dimostra che sapendo aspettare i buoni film escono: Victoria ha avuto la sua prima internazionale in patria due anni fa alla 65sima Berlinale, dove la fotografia e l’uso della macchina di Sturla Brandth Grøvlen hanno conquistato l’orso d’argento per la categoria cinematography, oltre a tanti tanti applausi del pubblico.

La cattiva notizia è che il film per ora è fuori in pochissime sale (qui elencate).

Merita assolutamente di essere visto, chi può corra a vederlo, uscirà contento.

In pillole, ecco i motivi della nostra buona visione flash:

  • il film è girato in un unico piano sequenza della durata di 140 minuti che tengono incollati (letteralmente) allo schermo
  • pur essendo un unico piano sequenza il film non è uno di quei film (tante volte un po’ pallosi diciamocelo) in cui vedi solo l’esercizio di stile
  • gli attori sono tutti molto bravi e non sono delle star hollywoodiane (io amo le star hollywoodiane ma di più gli attori bravi chiunque essi siano), soprattutto Laia Costa (Victoria) e Frederick Lau (Sonne) che ha pure una faccia pazzesca: inoltre hanno improvvisato per tre quarti del film con risultati ottimi e verissimi
  • la fotografia è molto bella
  • ci sono qui e là degli errori (che bisogna cercare col lanternino, però ogni tanto compare la presenza dell’operatore alla camera Grøvlen, e vorrei pure vedere in un piano sequenza così), della serie viva l’ imperfetto
  • vale la pena di andare anche solo per chiedersi dopo: “ma come ***** hanno fatto?”

Di motivi ce ne sono altri ancora: i critici hanno visto innumerevoli citazioni (tra le note mi è piaciuto che qualcuno abbia ricordato un certo ricordo del film A bout de souffle di Godard, ma lo giuro per chi non ama la nouvelle vague non siamo affatto da quelle parti), il film ha vinto numerosi premi, ha sorpreso per essere stato una sfida vinta.

Bisogna andare a vederlo ORA, prima che esca dalla programmazione, quindi per tutto il resto vi rimando a qualche buon collega qui.

Bello Birdman eh, però Victoria

Postilla per tutti: il regista ha dichiarato che il film è riuscito solo al terzo tentativo. Come dice René Ferretti «dai, dai, dai». Anche se dicono che alla fine del primo e del secondo tentativo Schipper non sia stato così bonario con i suoi attori e la sua troupe. Poi però sui titoli di coda il suo nome compare dopo quello dell’operatore. Chapeau.

Postilla per i milanesi (chi scrive vive lì): al cinema Beltrade lo trovate (naturalmente) in lingua originale e se andate in tanti è possibile che la tenitura continui nelle prossime settimane.

Postilla della postilla per tutti: al cinema è più bello ma lo trovate anche su Amazon.

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