Centomila orti in Toscana: si chiama così l’iniziativa della Regione Toscana che rivoluzionerà 62 Comuni con una nuova concezione di orto urbano. Saranno nuovi polmoni verdi nel cuore di paesi e città, ma anche spazi di incontro con la natura, laboratori di lavoro agricolo e infine centri di aggregazione.

Le linee guida del progetto sono state presentate negli scorsi giorni insieme all’approvazione per i modelli di bando che permetteranno ai Comuni di selezionare i soggetti gestori dei vari complessi ortivi e i cittadini che faranno richiesta per l’assegnazione degli spazi.

A dare inizialmente il via al progetto saranno sei Comuni pilota, ovvero Firenze, Grosseto, Siena, Livorno, Bagno a Ripoli e Lucca; ad essi seguiranno con il tempo altre 41 amministrazioni locali.

L’iniziativa, per la quale sono stati stanziati ben tre milioni di euro, porterà fino al 2018 alla creazione di piccoli appezzamenti ortivi – ciascuno con un’ampiezza compresa fra i cinquanta e i cento metri quadrati – che verranno gestiti seguendo scrupolosamente i canoni dell’agricoltura biologica.

La rivoluzione di questo progetto sta inoltre nel creare una vera e propria rete di orti toscani che si basano su di un modello condiviso e portano avanti su tutto il territorio regionale la stessa mission e le stesse linee guida. Per la prima volta l’Amministrazione regionale toscana ha cercato dunque di creare un modello orto replicabile sul territorio ed inteso come percorso condiviso di realizzazione e gestione degli orti, che saranno inseriti in macro strutture denominate ‘Complessi orti’.
Questi si presenteranno come luoghi moderni, destinati a persone di tutte le età. Saranno frequentati da tecnici del settore e coltivatori, ma anche da studenti, associazioni o semplici visitatori, generando anche un turismo eco-sostenibile legato ad essi. Diventeranno dei veri e propri centri di aggregazione, luoghi di scambio di esperienze e diverse professionalità, con l’obiettivo di puntare soprattutto ai giovani, i quali potranno dedicarsi alle attività legate alla natura, ma anche collegarsi ad Internet (gli orti saranno infatti dotati di una rete wifi gratuita) e condividere, tramite i tanto amati ed indispensabili social, le esperienze realizzate.


Un occhio di riguardo sarà dato alla coltura di antiche varietà locali (coltivazione germoplasma), anche in via di estinzione; gli orti diventeranno così luoghi di studio per gli esperti del settore, ma anche di crescita didattica e formativa. L’aspetto didattico, lo scambio di esperienze tra generazioni, la crescita sociale e la valorizzazione della cultura agricolo-ambientale del territorio sono infatti gli elementi centrali del progetto, per questo l’iniziativa rientra nell’ambito del progetto regionale per l’autonomia dei giovani, Giovanisì.
I ‘complessi orti’ saranno concessi in uso gratuito ad associazioni, istituzioni, fondazioni, onlus, imprese sociali e cooperative del territorio (anche raggruppate in Associazioni Temporanee di Scopo) che ne garantiranno la piena funzionalità, la conservazione e la gestione dei medesimi. La selezione dei soggetti gestori sarà regolamentata attraverso un bando (disponibile anche sul sito della Banca della Terra gestita da Artea). Saranno poi questi concessionari scelti, che sono tenuti alla sottoscrizione con il Comune proprietario delle strutture di un disciplinare d’uso dei complessi orti, ad individuare i singoli ortisti sempre tramite una procedura selettiva attraverso un bando pubblico.

È stato scelto il termine ortisti per sottolineare le differenze rispetto agli orticoltori, che fanno della coltivazione una vera e propria professione. Gli ortisti saranno infatti semplici cittadini, interessati a gestire l’orto e appassionati di tematiche green ed ambientali, individuati tra le persone maggiorenni, senza distinzione di sesso, residenti nel Comune proprietario del ‘Complesso orto’. Per puntare ai giovani sarà data la precedenza ad un target under 40 anni, sia per le realtà che andranno a gestire i complessi che per la selezione dei singoli ortisti. La Regione Toscana in collaborazione con l’Accademia dei Georgofili sta inoltre lavorando ad un Manuale d’uso, destinato sia alle associazioni che coordineranno gli ortisti sia agli ortisti stessi, per fornire a tutti una conoscenza base minima sui concetti elementari dell’orto e della coltivazione, con un occhio di riguardo per le colture sostenibili legate ad un concetto di stagionalità e territorialità.

Ogni ‘Complesso orto’ sarà inoltre dotato di cartellonistica riconoscibile ed omogenea ed è già attiva una pagina dedicata al progetto sul portale della Regione Toscana, per comunicare l’avanzamento del progetto e l’uscita dei bandi ai cittadini e rendere il più trasparente possibile ogni passaggio.
Gli orti non saranno solo luoghi fisici ma anche virtuali, sarà infatti possibile seguire l’evoluzione del progetto nel tempo e creare così una ‘rete’ che possa comunicare anche on line attraverso i principali social network (“Orti in Toscana” su Facebook e Twitter. Successivamente sarà attivato anche Instagram), che diventeranno dei veri e propri diari virtuali dell’iniziativa con la pubblicazione di tanti approfondimenti, fotografie e curiosità.

Spazio dunque al verde, alla conoscenza della propria terra e anche a un modo di vivere il proprio Comune prendendosene cura.

Un’idea bellissima che speriamo sia presto replicata in molte altre regioni italiane.

 

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