Chi non legge a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria

                                                                                        (Umberto Eco)

Bologna Children’s Book Fair è la più grande fiera del mondo di editoria per l’infanzia e l’adolescenza. Aperta esclusivamente agli operatori del settore, diventa il cuore pulsante dal quale si diramano una miriade di eventi sparsi per la città (mostre, conferenze, presentazioni) e che saranno invece accessibili a tutti.

Per me è un appuntamento irrinunciabile: colleziono albi illustrati da anni e sogno non troppo segretamente di pubblicarne uno, prima o poi.

Parto da Pisa euforica come una bambina, raggiante quanto la prima volta. Il mitico autobus 35 mi conduce dalla Stazione Centrale di Bologna fino al mio personale paese dei balocchi: la Fiera è enorme, con i suoi quattro padiglioni infiniti di stand internazionali.

La prima sensazione che mi invade quando varco l’ingresso è sempre lo stesso stordimento non indifferente. Mi perdo immediatamente fra gli schizzi e i colori della Mostra degli Illustratori, che propone una disparata scelta di artisti di diverse culture, editi e inediti, e ne diviene un incredibile trampolino di lancio. Essere selezionati per la Mostra di Bologna è un’opportunità che regala enorme visibilità: quest’anno la selezione si è tenuta da lunedì 9 a mercoledì 11 gennaio e sono stati 4000 gli illustratori che hanno inviato i loro lavori. Ho deciso che questo lunedì la frenesia non farà parte di me e mi sono presa tutto il tempo necessario per osservare i 75 illustratori selezionati. Tra quelli che mi hanno colpita di più ci sono sicuramente Cecilia Ferri, Manuel Marsol e Miren Asiain Lora

Poco distante c’è la mostra personale dedicata a Juan Palomino, giovane artista messicano vincitore del Premio Internazionale d’Illustrazione Bologna Children’s Book Fair – Fundaciòn SM 2016, che presenta anche la sua ultima fatica, Antes del primer dia, pubblicato a cura di Ediciones SM. Mi perdo tra le tavole ispirate al Popul Vil, raccolta dei miti fondativi di uno dei regni maya del Guatemala, che li trascrissero per evitare che andassero perduti a causa del colonialismo e delle sue persecuzioni.

(Personale di Juan Palomino – Antes del primer dìa)

Alla Fiera di Bologna se non osservi godi solo a metà.

C’è poesia nella frenesia dei giovani illustratori, nelle matricole agitate ed emozionate per la loro prima volta, negli aspiranti autori e artisti in cerca di fortuna e di approvazione, nelle cartelline che non stanno tra le braccia e nei portfolio ricontrollati decine di volte prima di decidersi che vanno bene. Alla Fiera di Bologna si incontrano in carne ed ossa quelle persone che conosciamo per il loro lavoro. Ci sono i grandi nomi, i disegnatori in erba, i talenti appena nati. Sono tutti lì, hanno un corpo e una voce e sono più umani di quello che crediamo: brillano, splendono, perché sono pieni di colore, emozione, malinconia, profondità, Vita. Proprio come le poupées di Miss Van.

Quest’anno mi sono accodata alla visita guidata alla Fiera condotta da Anna Castagnoli, importantissima figura di riferimento nel mondo dell’albo illustrato, insegnante e critica, curatrice del blog lefiguredeilbri.com, seguito in tutto il mondo. La adoro. È una sorta di fata madrina.

Inevitabilmente comincio a vagare beatamente tra gli stand degli espositori. I libri illustrati sono il mio tallone d’Achille. Trascorrerei ore a sfogliarli, a sfiorare le pagine, scoprendone i dettagli e le tecniche più disparate. Ormai riconosco il tratto degli illustratori, o gli stili prediletti dalle case editrici che seguo maggiormente.

Non ho nessuna intenzione di perdere l’occasione di incontrare uno dei professionisti internazionali che stimo e apprezzo di più, Roger Olmos, che presenzia allo stand della casa editrice Logos (per la quale impazzisco letteralmente) per autografare il suo ultimo albo Amigos. Olmos è un attivista per i diritti degli animali non umani e il suo libro parla proprio di questo. Si ricorda di me e mi chiama per nome: ovviamente mi sono emozionata e sono diventata paonazza, ma ho fatto comunque la brillante che ostenta calma e disinvoltura.

(Roger Olmos allo stand Logos Edizioni)

Lo stordimento iniziale si trasforma lentamente in stanchezza, spossatezza e voglia di fermarmi. Riprendo fiato appoggiata al muro degli illustratori, attenta a non coprire nessuno dei migliaia di bigliettini da visita, poster, bozze, caricature, cartonati che ogni anno vengono appesi, attaccati, spillati, incollate sulla parete da aspiranti autori, scrittori, illustratori, disegnatori, fumettisti.

Mi sento a casa, così piccola in mezzo a questo fiume che chiacchiera. Approfitto della solitudine e godo del gigantesco momento di condivisione quale è il Bologna Children’s Book Fair. Da lontano sento la voce del relatore di una delle conferenze della giornata: conferma che i piccoli lettori sono in aumento anche quest’anno.

(Il Muro degli Illustratori)

Sono grata a me stessa per aver deciso di respirare di nuovo questa incredibile atmosfera e mi riprometto, come sempre, di tornare.

P.S. La Fiera del libro di Bologna è un evento strettamente riservato agli addetti ai lavori, ma come accennavo sopra, in questa occasione la città si animerà di mostre, laboratori, spettacoli e iniziative di ogni genere per coinvolgere famiglie, adolescenti e appassionati. Da non perdere quindi è BOOM, crescere nei libri”, programma vasto e per tutti i gusti: più di 100 appuntamenti in 52 diversi luoghi e 25 mostre aperte anche oltre la durata della Fiera.

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