Io ne conto molti più che cinque, di motivi per cui trascorrere qualche giorno, settimana o mese in Islanda. E in altrettanti momenti dell’anno, non solo il Natale.

Che poi, in fondo, perché mai una come me, venuta al mondo svariati paralleli più a sud, in una terra baciata dalla luce calda del sole, dovrebbe amare l’Islanda?

Un’isoletta solitaria, assurda. Talmente sperduta nelle gelide acque del Nord che spesso nemmeno viene segnalata sulle cartine geografiche. L’esplicazione più lampante dello sturm und drang, quello che ti nutre l’anima ma nel contempo la stordisce e la lascia confusa.

Il volo per fine dicembre lo abbiamo prenotato con larghissimo anticipo. Non appena abbiamo scoperto che i Sigur Ròs, la band preferita di Claudio, si sarebbero esibiti live al Norður og niður, il festival che hanno organizzato dopo quasi 10 anni di assenza dalle scene della loro terra natia. Quale occasione migliore per coronare i sogni di un fan sfegatato e quelli di una malata di Islandite?

Non esistono seconde volte in Islanda: ogni esperienza, viaggio o toccata e fuga stravolge le fotografie impresse di quello precedente.

Ecco i cinque motivi per cui non dovreste perdere l’occasione di visitarla nel periodo natalizio.

 

  • Un’atmosfera calda, inebriante e coinvolgente, persino al cimitero! 

In Islanda non si scherza col Natale, è una cosa seria! Questa festività unisce elementi religiosi con il tradizionale folklore nordico e regala giochi di luci, ghirlande e speciali decorazioni che rallegrano le brevissime giornate. Il sole sorge tardi a dicembre, intorno alle nove del mattino, splende debolmente per una manciata di ore e rassegnato lascia il posto all’oscurità notturna. Essa si impossessa dei paesaggi delicatamente, senza fretta. Noi ci siamo persi per ore a spiare le finestre illuminate delle casine di Reykiavik, la minuscola capitale, ritrovandoci ad immaginare le serate di festa delle famiglie locali e ad invidiarle un po’. Io poi non mi sono lasciata sfuggire la magia delle luci natalizie sulle croci dei cimiteri. Per gli Islandesi è un modo per onorare la memoria delle persone amate.

Natale a Reykjavik

 

  • L’assenza

L’Islanda è una terra d’assenza. Assenza di alberi, assenza di persone umane, assenza di rumore. In Islanda l’assenza è talmente presente che riempie i vuoti degli spazi: è assordante, sconvolgente. La guida ci ha spiegato che sono stati i Vichinghi, secoli fa, ad esaurire gli alberi delle foreste primordiali. Alberi mai più ricresciuti, a causa delle avverse condizioni climatiche. Nei mesi invernali l’assenza cambia colore, si appropria delle rocce, occulta l’erba che in estate cresceva rigogliosa. Ghiaccia laghi e stagni. Sognavamo le distese bianche di neve e l’orizzonte lontano, dopo giornate trascorse sotto lo zero. Le mani congelate ma il cuore traboccante di euforia. A Reynisfjara, misteriosa e famosa spiaggia vulcanica, la storia di un uomo rapito per sempre dalle gigantesche e improvvise onde dell’oceano mi ha turbata per diversi giorni.

La spiaggia nera Reynisfjara, innevata

 

  • Le luci mozzafiato dell’Aurora Boreale

Lo so, sarò banale, ma siamo partiti dall’Italia con il sogno nel cassetto di chiunque si avventuri così a Nord. Poter assistere con i nostri occhi all’Aurora Boreale! Claudio è un astrofilo e mi ha spiegato ogni cosa che c’è da sapere a riguardo, stroncando preventivamente quel lieve soffio di spiritualità che avrebbe potuto impossessarsi di me. Nei cieli d’Islanda l’assenza lascia il posto all’energia, alla pienezza, all’evoluzione, ai colori degli arcobaleni improvvisi ma molto diffusi. Come se non bastasse tutta la Bellezza che lo sguardo può incontrare durante il giorno, ecco che quando calano le ombre della notte l’Aurora ti esplode proprio davanti agli occhi. Con tutta la sua maestosità, e ti lascia senza parole, perché in fondo di parole bisogno non ce n’è.

Le luci dell’Aurora Boreale, nei pressi di Keflavík

 

  • Huldufòlk: il popolo nascosto e gli elfi, capaci di spostare strade e costruzioni!

L’Islanda è la meta dei sognatori, di chi ha fiducia nell’invisibile e di chi non ha mai smesso di credere nelle favole. In Islanda la credenza nelle forze sovrannaturali continua ad esistere. E’ talmente radicata che se viene il dubbio che una strada in costruzione possa passare sul territorio di elfi e nani, se ne devia il percorso! Durante i viaggi la guida ci ha permesso di notare sulle strade delle inspiegabili deviazioni o restringimenti. Essi sono dovuti al fatto che si è voluto evitare di spostare le rocce abitate dagli elfi. Sulla guida Routard che ci ha accompagnati sta scritta una frase che mi ha fatto sorridere: “Invisibili? Sì, anche Dio lo è, rispondono gli islandesi che credono nel popolo nascosto.” Ascoltando e leggendo questi racconti sono tornata bambina, quella bambina un po’ visionaria e con la testa in un altro mondo fatato e misterioso che sono sempre stata.

  • La musica, la creatività, i concerti

Come anticipato sopra, la decisione di volare per l’Islanda nel periodo natalizio è scaturita grazie ai Sigur Rós. Durante il mese di maggio avevano diffuso online un videoclip di pochi secondi con il nome del festival, che nella loro lingua sta per “Sta andando tutto al diavolo”. L’Islanda è una terra di lettrici e lettori, di musicist* e artist* dalle mille sfaccettature. La capitale è un nugolo di studi fotografici, di piccole gallerie d’arte incastonate nelle strade. L’Harpa Concert Hall è un tripudio di sfaccettature e fantasie geometriche e pare appoggiato sul mare. E’ stato inaugurato nel 2011 e le sue facciate sono formate da decine di migliaia di vetri composti a nido d’ape. Al crepuscolo assumono tonalità sublimi e psichedeliche. L’acustica è magnifica: la voce unica di Jónsi ha risuonato per quasi tre ore, nella piccola sala traboccante di persone giunte un po’ da tutto il mondo.

Ci siamo lasciati trasportare dai brani e dalle musiche, visitando con l’immaginazione la notte gelida dell’Islanda. Immane, potente. Tutt’intorno a noi.

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