Chi mi conosce lo sa: mi piace giocare. A cosa? Più o meno a tutto, basta che non siano giochi troppo solitari, che non ci siano soldi di mezzo ché le persone diventano troppo cattive e niente videogiochi troppi moderni (tranne Mario Kart, che comunque è già vecchiarello). E attenzione eh, perché a me vincere interessa poco, mi piace proprio partecipare.  Ne sono testimoni, oltre che i miei amici, anche le persone sconosciute che ogni tanto coinvolgo a fine serata in improvvisi nascondini o un due tre…stella!

Del sorridere invece, vi ho già parlato.

Cosa unisce queste due cose? Un flipper. Sì, quelle macchine magiche e colorate che riempivano i bar nell’epoca in cui i social non esistevano e giocare a nascondino era normale (lo so che con la dichiarazione di prima molti mi hanno preso per matta, peggio per voi).

Io mi ricordo queste macchine meravigliose che tra colori e suoni di ogni tipo sfruttavano il movimento di una sfera su un asse inclinato, regalando emozioni. E storie. Perché quando ero piccina (passatemi il toscanismo), specialmente d’estate, mi ricordo come bambini e ragazzini come me si riunivano a guardare i grandi campioni che battevano tutti i record con colpi di anca e tecniche segrete.

Ma arriviamo al punto: qualche giorno fa un mio vecchio capo mi ha segnalato questo flipper speciale che viene dalla Svizzera e mi ha scritto: «Si chiama Smileball. Una società di assicurazione per le cure mediche, che sostiene che i suoi clienti sono i più felici della Confederazione, l’ha introdotto in una campagna di “guerrilla marketing” che consente di giocarci sui computer, sui telefonini e anche dal vero (ovviamente quello vero è il mio preferito). Come si gioca? Sorridendo. Mentre nei flipper normali devi premere due pulsanti laterali per muovere le levette che colpiranno la pallina, lo Smileball ha una telecamera che ti inquadra la faccia e con un software collega alle levette i tuoi sorrisi, cioè l’innalzamento degli angoli delle labbra. È irresistibile vedere i giocatori sorridere davanti al flipper, prima maldestri e poi sempre più naturali. Così,  ho pensato che ci vorrebbe un flipper così a ogni angolo. E gratis».

Penso di non dover aggiungere altro.

O forse sì: giocate e sorridete!

 

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