Qualche settimana fa avevo firmato una di quelle petizioni online che girano su Facebook e via mail, “Salva il lupo”.
La storia in breve è questa: i lupi in Italia si stavano estinguendo, nel 1991 dunque ne è stata vietata la caccia dando così la possibilità a questi animali di assestarsi tra le 1500/2000 unità sul territorio.
I lupi però che fanno? Mangiano le pecore, e in particolare quelle allevate che sono più pasciute.
Per risolvere questo problema, il 24 gennaio è stata presentata una proposta di piano di conservazione e gestione del lupo: non si può dunque più cacciarli indistintamente, ma abbattere annualmente il 5% della popolazione dei lupi presente nel territorio sì.

Si sono dunque mobilitati i gruppi ambientalisti, i radicali, e le petizioni online perché va da sé che il problema non è dei lupi ma nostro, senza contare che illegalmente già ci pensano i bracconieri ad uccidere centinaia di lupi con il fucile, bocconi avvelenati o lacci di filo metallico. fino a che l’approvazione definitiva del “Piano per la conservazione del lupo” che doveva essere votata il 2 febbraio, non è stata rinviata al 23 febbraio, grazie anche alla mia firma.
Non è bloccata ma è un passo avanti.

(Che poi non lamentatevi che ci sono i cinghiali in città. E comunque non sono i cinghiali che sono arrivati in città, ma è la città che è arrivata ai cinghiali. Questo lo volevo dire anche se non c’entra con i lupi)

E sono arrivata dove volevo arrivare, a fare in bocca al lupo ai lupi e a disquisire sulla migliore risposta da dare se come augurio vi viene rivolto appunto un “in bocca al lupo!”: “grazie” o “crepi”?

Essere per davvero nelle fauci di un lupo sinceramente è un’esperienza che sinceramente non augurerei a nessuno (come anche stare nel deretano di una balena, a ben vedere) a meno che non lo stia auspicando al cucciolo di quello stesso lupo (e non vedo perché un cucciolo di balena debba trovarsi nel retto materno).
In quel caso, e solo in quel caso, stare tra i denti di un lupo si rivela il posto più sicuro al mondo, la protezione per eccellenza. Se il lupo crepasse, creperebbe anche quello che gli sta in bocca.
Se avete firmato la petizione dunque, e volete proteggere la popolazione dei lupi, rispondete “grazie!” oppure “evviva il lupo!”.

Se invece siete un allevatore, e volete supportare gli interessi agricoli, seguite le indicazioni dell’Accademia della Crusca che indica come più autorevole la versione apotropaica che prevede il “crepi”: il lupo è un nemico da scongiurare, un flagello così ingombrante che per mandarlo via, ci si va contro e lo si demolisce.

Se siete indecisi e amate sia i lupi che i pastori, avete ancora quattro giorni di tempo per sostenere la campagna Ami i lupi? Adotta un pastore.

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