Il Buondì di oggi è come me: allergica agli stereotipi, bisognosa di cambiamento attivo. Il progetto di Barbara Apuzzo mi ha colpita molto e ho deciso che deve essere diffuso il più possibile. Non è amore questo sarà un cortometraggio a metà strada tra il documentario e la fiction, con protagonista proprio lei, Barbara, che è una donna come tante altre, o forse no, perché ha una particolarità che non passa inosservata: Barbara è disabile. Nel nostro Paese il sesso è ancora un tabù, per non parlare del sesso in relazione alla disabilità. Il disabile viene tremendamente vittimizzato, come se fosse rappresentato e costituito esclusivamente dalla sua patologia e non potesse avere una vita piena, complessa, autentica. Il progetto di Barbara parla proprio di questo: attraverso un flusso di coscienza spiazzante e senza sconti la donna si racconta e si denuda – letteralmente – per farci entrare nella sua quotidianità e nei suoi ricordi. Soprattutto ci ricorda una grande banalità di cui però troppo spesso ci dimentichiamo: le persone disabili sono persone. Hanno desideri, esigenze e bisogni sessuali e affettivi. È evidente che nonostante si soffra di qualche disabilità fisica o psichica è possibile provare la voglia di condividere il desiderio con un’altra persona, con un altro corpo.

Il film è stato scritto da Barbara in collaborazione con la dramaturg Francesca Garolla e verrà diretto dalla regista Teresa Sala. È previsto che la voce fuori campo della protagonista illustri e accompagni lo spettatore per tutta la durata del documentario, coinvolgendolo senza possibilità di distogliere l’attenzione. Nel dicembre 2015 sono state effettuate alcune riprese mirate alla produzione di un teaser da utilizzare per la ricerca di finanziamenti: se la raccolta fondi dovesse andare a buon fine proprio durante questo mese (aprile 2017) potrebbe avviarsi la vera e propria realizzazione del film. Una delle cose che più amo di questo progetto è che Barbara è coraggiosa e vola in alto, perché vuole portare Non è amore questo a festival nazionali ed internazionali, soprattutto quelli più aperti alle tematiche sociali, per poi distribuirlo nelle sale cinematografiche e venderlo in versione dvd. Per avere aggiornamenti sull’andamento del progetto e del crowfunding vi consiglio di seguirne la pagina Facebook. 

(Barbara ritratta nel documentario)

Io ho voglia di vedere questo documentario, desidero entrare nella vita di Barbara e godere della sua franchezza e del suo coraggio. La ammiro, sono orgogliosa di lei anche se non la conosco.

Non è amore questo? Voglio farne una domanda. 

E attendo una risposta. Anche se in cuor mio la conosco già.

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