Un buondì melenso, bonus maternità

Abbiamo detto: ricominciamo con Pollyanna, è ora.

A me però ricominciare non viene mai molto bene, anzi, le pause mi fanno perdere energie anziché il contrario, ma poi lo so che è solo questione di ingranare, sono come i diesel, lenta all’inizio, poi ci sono.

E infatti è da un paio di ore che sono qui in cerca di un buondì degno del Primo Buondì dopo mesi e mesi ma niente, nessuna idea tranne una vocina in testa tentatrice: “me la gioco o non me la gioco, me la gioco o non me la gioco?”.

La carta della Maternità.

Ero riuscita a far passare sette mesi di gravidanza senza mai menzionarla in nessuno dei miei Buondì, senza buttare ormoni nella già gaissima Pollyanna, ma oggi sento la ruggine nelle sinapsi perché sono sei mesi che il mio cervello è sintonizzato su tantissime cose che però hanno più a che vedere con le emozioni, gli istinti e i pannolini, e oh, forse alcune ce la fanno, ma pensieri intellettuali o anche solo che vanno un po’ più a fondo non me ne escono.
La mia comunicazione anche è piuttosto primordiale, faccio versi rivolti a mia figlia per buona parte della giornata e, come vedete, anche la scrittura è gutturale e ne risente (tipo quell’oh di poco fa).

Non devo nemmeno sentirmi troppo in colpa a sfruttare la mia condizione, è un mio diritto – c’è chi ci ricama su per interi blog – e soprattutto davvero mi sono sforzata un po’ nel cercare cose belle da proporvi per il mattino, ma non c’è sontuosa colazione, pensiero positivo, canzone allegra, Giornata Mondiale della Gioia Mattutina, buon proposito, ideale commovente, idea geniale, santo o patrono migliore che: aprire gli occhi ogni mattina e trovarmi accanto mia figlia che dorme, o che è sveglia e mi sta tirando i capelli e quando riesce a svegliarmi, mi sorride.

Io non lo sapevo che avere un figlio fosse così bello, e mi ero ripromessa che quando sarei diventata madre non avrei ammorbato tutti con ‘sta storia, ma cavolo, avere un figlio è pazzesco!
Eva di solito si addormenta nella sua culla (di cartone riciclato, e riciclata pure la culla), poi la mattina al primo vagito la prendo e la poso nel lettone in mezzo a noi, le infilo il ciuccio in bocca e ci riaddormentiamo. Poi mi sveglio per davvero (verso le 10.30, dormo più di prima) e me la trovo vicina e io mi sento con la stessa eccitazione della mattina di Natale ai tempi in cui nella notte era passato Babbo Natale, oppure come quando veniva a dormire a casa mia la migliore amica e anziché dormire progettavamo cose tutta la notte di nascosto dai genitori.
Quel misto di eccitazione, avventura, novità, sorpresa e innamoramento. Tutte le mattine.
Spesso il mio compagno mi chiede se l’ameremmo così tanto anche se non fosse così bella, e io gli rispondo di sì, per quel detto che ogni scarrafone è bello a mamma sua.

Dunque credo che questa gioia incontenibile mattutina valga per tutti, anche se vi dovesse capitare un modello di bebè che, oltre che non bello come il mio, non includa i risvegli armoniosi (perché non include nemmeno la fase del sonno notturno), ma insomma, se siete già un po’ indecisi e avete voglia di farvi spaccare il cuore dall’amore fortissimo ogni giorno sin dall’alba, procuratevi un figlio.

Ecco, mi sono giocata il mio unico asso maternità così, con un post da Beatrice Lorenzin.

*Ludovica conferma che si ama moltissimo ogni mattino anche un figlio insonne, quindi a posto!

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